Incontrare il bambino con autismo
Il 30 marzo, in anticipo di due giorni sulla giornata mondiale dell’autismo celebrata il 2 aprile, al teatro della Scuola Primaria di Fiuggi, si è tenuto un convegno di sensibilizzazione e informazione su questa patologia di cui ancora risultano sconosciute le cause, divise tra psicoambientali, costituzionali e neurobiologiche. All’incontro, curato dall’insegnante Enrica Lilli e coronato da un tripudio di palloncini blu legati a formare un arco, gentilmente offerto e creato da Andrea Sileri e Simone Zanier, hanno partecipato gli alunni della Scuola Primaria e gli studenti della Scuola Media che hanno, o che hanno avuto, esperienza con bambini autistici nella loro classe. Sono state lette lettere e pensieri dedicati ai loro amici tanto speciali. Sono stati realizzati cartelloni con disegni di matite colorate animate e bambini che uscivano magicamente dai gusci d’uovo, tutto all’insegna dei colori, a dimostrare quanto i bambini fossero sensibili nei confronti di questa delicata tematica. Hanno presenziato il dirigente scolastico, prof.ssa Augusta Colandrea e i rappresentanti dell’associazione Altre-Menti di Frosinone, il vicesindaco Festa, la dott.ssa Sevi e la dott.ssa Lucarelli dello Sportello d’Ascolto.
L’autismo, conosciuto anche come Sindrome di Kanner, deve il suo nome a Leo Kanner, che nel 1943 indicò come Autismo Infantile Precoce una specifica sindrome patologica. Chi è affetto da tale patologia ha un comportamento caratterizzato da scarsa integrazione socio-relazionale e della comunicazione con gli altri e da ritiro emotivo e isolamento. Data la varietà e la complessità dei sintomi si è soliti parlare di Disturbi dello Spettro Autistico, includendo una serie di sindromi caratterizzate più o meno dalle stesse caratteristiche comportamentali. Come classificazione rientra nella categoria clinica dei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo e l’incidenza varia da 5 a 50 persone su 10.000, a seconda dei criteri diagnostici impiegati. Colpisce prevalentemente i soggetti maschi e si manifesta quasi sempre entro i primi 3 anni di vita. Gli autistici mostrano un repertorio fisso di comportamenti, posture e movimenti stereotipati (dondolarsi, sventolare le mani, movimenti continui del capo…); mostrano interesse eccessivo per certi oggetti, soprattutto se di forma tondeggiante e se girano, tendono ad astrarsi dalla realtà e si isolano nel proprio mondo, rendendo difficile ricondurli con richiami e stimolazioni varie alla vita di gruppo; si esprimono in modo bizzarro e ripetono parole, suoni o frasi sentite pronunciare (ecolalia). I bambini autistici possono avere risposte anomale ai suoni, al tatto a ad altri stimoli sensoriali, ridotta sensibilità al dolore e resistenza ad essere abbracciati.
Per quasi un ventennio la causa di questa patologia è stata individuata in un disturbo nel rapporto con i genitori, soprattutto con la madre, gettando nell’angoscia famiglie intere. Per fortuna è stato riconosciuto l’immenso valore dei genitori, soprattutto nella fase riabilitativa. Quando le ricerche hanno dimostrato che alla base della sindrome autistica c’è un deficit neurologico è iniziata la ricerca disperata di rimedi farmacologici e dietetici, nonché di cure miracolose prive di effetti verificabili. Negli ultimi tempi si è trovato un collegamento tra sindrome autistica e presenza di mercurio nelle vaccinazioni, ma anche qui i pareri sono stati discordanti. In realtà, troppo spesso per inseguire le teorie ci si dimentica che dietro la parola Autismo c’è soprattutto un bambino con le sue fragilità.
È importante un percorso terapeutico condotto insieme ai bambini e alle loro famiglie che faciliti la comunicazione con il mondo esterno. È importante coinvolgere il bambino in esperienze che favoriscono la stabilità emotiva e la disponibilità e l’intenzionalità alla relazione e alla comunicazione. È importante la ricerca del senso dei comportamenti, delle stereotipie anche se apparentemente sembrano prive di significato. Per avere risultati necessita un approccio intensivo che coinvolga il bambino, la famiglia e la scuola in una serie diversificata di interventi, dove il lavoro pedagogico indirizzato agli aspetti cognitivi, la musicoterapia, il massaggio pediatrico, la logopedia, la nuoto-terapia e la Pet-therapy,la terapia domiciliare diventano fondamentali, insieme al prendersi cura degli affetti e delle emozioni. La sintomatologia dell’autismo tende nella maggior parte dei casi a migliorare con l’età, soprattutto se il ritardo mentale è lieve, se è presente linguaggio verbale e se si interviene precocemente e intensivamente. È importante lavorare non sull’addestramento comportamentale ma sull’intenzionalità motoria e comunicativa autonoma. Possono essere di beneficio le tavole della comunicazione, l’uso del computer e il materiale didattico illustrato. Tra le tipologie di intervento psicologico si sono rivelate molto efficaci nella gestione clinica del disturbo le logiche ABA, il metodo TEACHH e gli approcci cosiddetti “Eclettici” .
Attualmente non esiste una cura per l’Autismo: farmaci, terapie e interventi, sono scelti in base ai sintomi individuali e si può arrivare ad un miglioramento sostanziale. Resta fondamentale l’approccio corporeo per approdare alla mente del bambino, perché tutti i suoi vissuti, sia positivi che negativi, hanno a che fare con la sensorialità. La psicomotricità favorisce la consapevolezza corporea, aiuta ad allentare le tensioni e può consentire un prolungamento dei tempi attentivi, in un clima rassicurante. Tutte le attività devono essere rispettose del bambino, dei suoi tempi e del suo sviluppo e importante è l’alleanza con i genitori e con gli insegnanti, che insieme al bambino ne diventano gli attori principali. La collaborazione e la disponibilità al confronto renderanno possibile una sempre maggiore conoscenza dell’autismo.
(Nadia Loreti/com.unica, 23 aprile 2013)