Habermas al Guardian: in una notte la Merkel si è giocata la reputazione della Germania costruita nel dopoguerra
In un’intervista rilasciata al quotidiano inglese “The Guardian”, Jurgen Habermas, uno dei maggiori filosofi e sociologi del nostro tempo – già esponente di primo piano della celebre Scuola di Francoforte – ha attaccato la cancelliera tedesca Angela Merkel per la sua linea rigida e intransigente verso la Grecia. Tedesco di Dusseldorf, 86 anni, Habermas si è espresso in termini molto duri, parlando in maniera esplicita di vero e proprio “atto punitivo” compiuto contro il governo di sinistra guidato da Alexis Tsipras.
“Temo che il governo tedesco, ivi compresa la fazione socialdemocratica, abbia giocato d’azzardo, perdendo in una sola notte tutto il capitale politico che la migliore Germania aveva accumulato nel dopoguerra”, ha spiegato Habermas nell’intervista. I governi del passato, ha aggiunto, “avevano dimostrato di possedere una maggiore sensibilità politica e una mentalità post-nazionale”. Attraverso la minaccia dellala Grexit, la Germania “si è posta senza vergogna come la responsabile della disciplina europea e per la prima volta ha apertamente rivendicato l’egemonia in Europa”.
“L’esito dei negoziati tra la Grecia e gli altri paesi membri”, ha poi sottolineato Habermas al Guardian, “non aveva alcun senso dal punto di vista economico, a causa della miscela tossica di riforme strutturali necessarie dello stato e di imposizioni economiche neoliberiste, che scoraggeranno totalmente una popolazione greca esausta e uccideranno ogni impeto verso la crescita”.
Il filosofo tedesco, che già aveva manifestato queste idee in maniera più approfondita nel suo recente volume Nella spirale tecnocratica. Un’arringa per la solidarietà europea (Laterza 2014) ha così proseguito:
“L’Europa è impantanata in una trappola politica. Senza una politica finanziaria ed economica comune, le economie nazionale degli stati membri pseudo-sovrani continueranno ad allontanarsi l’uno dall’altro in termini di produttività. Nessuna comunità politica può sostenere tali tensioni nel lungo periodo”.
(com.unica/17 luglio 2015)