La Comunità ebraica di Monaco ha ribadito in questi giorni la sua contrarietà alle Stolpersteine, le pietre-monumento apposte dall’artista tedesco Gunter Deming nelle vie di diverse città d’Europa in memoria dei deportati dal nazifascismo. “Mi fanno venire in mente le persone già buttate a terra che venivano prese a calci con gli stivali di ferro fino a farle montare sui camion che li deportavano. Persone rannicchiate, ferite, in fin di vita o già morte. Queste pietre possono essere bersaglio di sputi, sporcizia, graffi, escrementi animali o essere oggetto di gesti offensivi”, la posizione espressa nel 2014 dalla presidente della Comunità ebraica di Monaco Charlotte Knobloch, sostenuta dai suoi iscritti in questa battaglia.

A spiegare, dalle colonne de”La Stampa” il significato del progetto delle Solpersteine, l’architetto Adachiara Zevi, alla guida di “Arte in memoria”, l’associazione che si occupa in Italia del progetto Memorie d’inciampo. “Sono piccole targhe di ottone infisse nell’asfalto delle vie per ricordare chi si voleva ridurre soltanto a un numero. Attraverso le pietre chiunque può fermarsi a riflettere e fare memoria di ciò che è accaduto”.

(com.unica, 9 agosto 2015)

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