A dare l’annuncio, tra la sorpresa generale, è stato Larry Page, uno dei fondatori del più famoso motore di ricerca nel mondo insieme a Sergey Brin, in un post sul blog ufficiale dell’azienda di Mountain View. Google non sparirà ma non sarà più come l’abbiamo conosciuta finora: subirà un profonda ristrutturazione e sarà di fatto una filiale (la più importante) di una nuova entità, la capofila Alphabet. Lo stesso Page ricoprirà la carica di Ceo di Alphabet, mentre Brin quella di Presidente. La nuova società sarà quotata in borsa al posto di quella precedente.

La nuova Google, decisamente più snella, conserverà il motore di ricerca e tutti i servizi ad esso collegati: le attività pubblicitarie e di web marketing, la piattaforma video YouTube, Google maps, il sistema operativo mobile Android, ecc.

Avrà anche un nuovo direttore generale: Sundar Pichai, origini indiane, da tempo una delle figure più in vista dell’azienda, considerato il numero due già a partire dall’ottobre dello scorso anno. Che avesse un ruolo fondamentale si era già capito nel 2011 quando ricevette un’offerta particolarmente allettante da Twitter e da Microsoft: per evitare che lasciasse Google gli offrì un bonus eccezionale, di ben 50 milioni di dollari. “Sundar è dotato di uno straordinario talento nel concepire prodotti di eccellenza facili da utilizzare” ha detto di lui Larry Page.

Avendo affidato in ottime mani la vecchia Google i due soci fondatori potranno concentrarsi così maggiormente allo sviluppo dei nuovi mercati e ai progetti innovativi a più alto potenziale di crescita riguardanti i settori lontani dal vecchio “core business” di Internet. “Da sempre siamo convinti – scrive nel suo post Larry Page – che nel corso del tempo le aziende tendono a sedersi, facendo la stessa cosa, introducendo solo cambiamenti incrementali . Ma nel settore della tecnologia, in cui le idee rivoluzionarie guidano le future aree di grande crescita, è necessario essere un po’ scomodi per rimanere importanti”.

Si tratta in altri termini di guardare al futuro con una struttura organizzativa più nitida e comprensibile. In fondo è proprio da questa necessità che nasce la nuova Alphabet, con l’obiettivo di realizzare progetti sempre più ambiziosi, dare l’opportunità ad aziende e imprenditori di crescere e anche di offrire una maggiore trasparenza agli investitori, che spesso in passato hanno diffidato dei progetti di ricerca costosi di Google, nel gergo anglosassone “moonshots” (lanci sulla luna).

“Siamo convinti – spiega ancor meglio il co-fondatore di Google – che questo nuovo assetto consenta maggiori economie di scala, dato che potremo gestire in maniera indipendenti attività che non sono molto collegate tra loro. La nostra idea è quella di avere per ciascuna azienda un Ceo forte che governi indipendentemente ciascun Business ed io a Sergey al loro servizio, per quello di cui avranno bisogno”.

“Per Sergey e me – aggiunge – questo è un nuovo entusiasmante capitolo nella vita di Google. Ci è piaciuto il nome Alphabet perché è una raccolta di lettere che rappresentano il linguaggio, una delle innovazioni più importanti dell’umanità, ed è il cuore del nostro modo di indicizzare i contenuti con la ricerca di Google”.

(Sebastiano Catte/com.unica 13 agosto 2015)

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