Aspettando SuperMoon, l’eclissi di luna nella notte tra lunedi 28 e martedì 29 (ora italiana), recuperiamo un’eclissi cinematografica: “La Luna”, film del grande Bernardo Bertolucci del 1979: il figlio di Attilio girò la sua opera più lirica e meno compresa, scritta con Kim Arcalli e la compagna di Bernardo, Claire People e prodotta dal fratello Giovanni, generoso teatrante dimenticato.

Sì, sto parlando della dinastia dei Bertolucci. E della storia fotografata da uno Storaro in grazia ancora maggiore rispetto al “Tè nel Deserto”, realizzato dagli stessi Maestri. Bene, procuratevi scaglie di parmigiano stravecchio e godetevi la storia del soprano Caterina Sìlveri, interpretata da una star davvero in gamba, Jill Clayburgh, del figlio stronzetto Joe, della sua amichetta italiana Arianna, ruolo sostenuto da quel babà della mia amica milanese Bebetta Campeti, ora abitante a Roma, dove si occupa di catering dolciario, all’epoca musetta di corso Venezia, del giro del figlio dello scultore Agenore Fabbri, Luca e di due futuri aristoregisti (uno è Alessandro De Robilant, l’altro sono io), d’incesti verdiani e deliranti arie di qua di là dal Pìave, nel senso di libretto di Francesco Maria.

Un long drink al gusto camp allungabile on the rocks con la novelizatoon della sceneggiatura firmata da  George Malko (screenwriter collaboratore allo script dì “Titanic”, tra l’altro) per Sperling&Kupfer. 

(Fabrizio Sebastjan Caleffi/com.unica 27 settembre 2015)

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