È degenerata in un assalto al Parlamento la manifestazione dell’estrema destra ieri a Kiev, con il lancio di una bomba a mano che ha causato un morto e un centinaio di feriti. I nazionalisti ucraini contestavano la legge che concede maggiore autonomia ai territori del Donbass, che oggi sono separati de facto, approvata dalla Rada con 39 voti di maggioranza, subito prima dei violentissimi scontri in piazza.

Nel paese i gruppi interessati veramente a un compromesso e a una pace duratura sembrano sempre più in minoranza. “Basti pensare – si legge sul Corriere – che la stessa Rada ha approvato nei giorni scorsi un altro provvedimento che si occupa della glorificazione dei gruppi che hanno lottato per l’indipendenza dell’Ucraina (‘per rendere immortale la loro memoria’)”.

La norma, che per fortuna il presidente non ha ancora controfirmato, include tra i gruppi ‘sacri’ contro i quali è reato perfino parlare, “organizzazioni che collaborarono con i nazisti al massacro degli ebrei (il maggiore, dopo quello polacco) e che ‘in proprio’ sterminarono almeno centomila polacchi per ‘purificare’ l’Ucraina”.

(Silvia Perugi/com.unica, 1 settembre 2015)

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