Expo Belle Arti a Palazzo Isimbardi
Milano – Il progetto Expo Belle Arti, promosso dal Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, curato dal critico e ambasciatore per le Belle Arti di Regione Lombardia Vittorio Sgarbi, approda a Palazzo Isimbardi con un nuovo percorso espositivo inaugurato ieri dal Sindaco della Città metropolitana di Milano Giuliano Pisapia.
Dopo il successo delle visite guidate, Palazzo Isimbardi apre ancora una volta le porte ai visitatori che, attraversando le sale, potranno, da un lato ammirare le opere esposte in mostra, dall’altro curiosare e scoprire i segreti e i misteri dei luoghi dove si svolge la politica cittadina. Con quest’esposizione, per oltre due mesi, la storia e i tesori artistici di Palazzo Isimbardi, si pensi per esempio al dipinto ad olio su tela del Tiepolo in sala Giunta “Apoteosi di Angelo della Vecchia nel segno delle Virtù”, si intrecciano con opere di alto profilo artistico in un reciproco arricchimento di arte e cultura.
Si tratta di un progetto ricco ed eterogeneo, che ospiterà: il Padiglione del Libro con un’esposizione intitolata “La letteratura artistica”, l’opera “L’Italia rotonda” di Lampridio Giovanardi, la mostra “la vita silenziosa delle cose” con circa 40 tele raffiguranti il genere della natura morta. A queste esposizioni saranno affiancate: la ricostruzione della libreria di Umberto Saba a Trieste a cura dell’architetto Barbara Fornasir, la biblioteca di Giuseppe Tomasi di Lampedusa a Capo d’Orlando. Per tutta la durata dell’esposizione Expo Belle Arti a Palazzo Isimbardi saranno portati avanti in “diretta” alcuni restauri dagli allievi dalla Scuola di Conservazione e Restauro dell’Università di Urbino e dalla Scuola del Libro di Urbino.
La mostra, con ingresso gratuito, sarà aperta fino al 30 novembre 2015 da martedì a domenica dalle 11 alle 19, in Corso Monforte 35.
Padiglione del libro “La letteratura artistica”
Per la prima volta viene esposta la più ampia raccolta di fonti della letteratura artistica: un viaggio nella produzione editoriale italiana dal Cinquecento all’Ottocento attraverso tutte le più importanti stamperie italiane da Roma a Firenze, da Venezia a Napoli, da Ferrara a Milano. Oltre cento libri che raccontano la ricerca teorica sulle forme del bello da parte di architetti, intellettuali, pittori, studiosi e viaggiatori.
Il fondo dell’Università di Urbino
I sedici titoli in esposizione sono un saggio della preziosità e della rarità del patrimonio di libri antichi conservati presso la Biblioteca Universitaria di Urbino, tra i quali spiccano i due volumi settecenteschi con le riproduzioni delle opere dell’urbinate più illustre, Raffaello Sanzio.
L’Italia rotonda di Lampridio Giovanardi
E’ la più preziosa opera di Giovanardi, inventore ed ebanista di fine Ottocento: un tavolo intarsiato iniziato nel 1850 e perfezionato per ventisei anni, fino al suo compimento nel 1876. Giovanardi trasfuse qui tutta la sua passione romantica per la Patria e il suo sorprendente slancio civile: con oltre quarantamila tessere in metalli preziosi, legni pregiati, madreperla, tartaruga, avorio e osso, disegna episodi della storia italiana ed europea, dal Vecchio Testamento fino al l’Unità d’Italia.
La vita silenziosa delle cose
In esposizione quaranta nature morte, uno dei generi-cardine della tradizione artistica italiana, prodotte dalla fine del Cinquecento alla seconda metà del Novecento, che attestano una ricchezza formale, una pregnanza pittorica e un’aderenza al dato di realtà rimaste del tutto inalterate nel tempo. La mostra passa in rassegna straordinari dipinti rinascimentalli, testimonianza dei periodi di maggiore espressione e fortuna del genere, ma anche declinazioni più vicine allo spirito della modernità, opera dei grandi protagonisti delle avanguardie storiche o di maestri dell’astrattismo italiano, fino alle realizzazioni dei maggiori interpreti della pittura informale.
La libreria di Umberto Saba a Trieste
Viene qui riprodotta, a cura dell’architetto Barbara Fornasir, la «Libreria Antica e Moderna» rilevata nel 1919 da Saba, un investimento che gli consentì l’indipendenza economica per potersi dedicare alla poesia, ma anche un particolare osservatorio sui numerosi clienti e un ritrovo di artisti e letterati, tra cui un assiduo Italo Svevo, a cui piaceva raccontare, una volta ottenuto un tardivo successo per i suoi romanzi, i ricordi delle sue imprese commerciali.
La biblioteca di Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Ricostruzione della stanza di Villa Piccolo in cui lo scrittore soggiornò per lunghi periodi a partire dall’infanzia, i cui ambienti e panorami ispirarono la villa e il giardino di Donnafugata nel romanzo “Il Gattopardo”.
L’università, la Scuola del libro e la Scuola di restauro di Urbino
Il percorso si chiude con la possibilità di vedere dal vivo come tutta la bellezza esposta in questo percorso possa conservarsi nell’arco di secoli grazie al laboratorio di restauro. L’attività della Scuola di Conservazione e Restauro dell’Università di Urbino viene distinta in due laboratori. Il primo col compito di verificare lo stato di conservazione di alcune opere della Raccolta d’Arte dell’Ospedale Maggiore Ca’ Granda di Milano, attraverso nuove tecnologie non invasive, e di provvedere a piccoli interventi di conservazione. Il secondo laboratorio è dedicato al restauro di due volumi della Fondazione Carlo e Merise Bo: “I saggi di Michel Montaigne” e “L’Opera Omnia” di Platone, edita nel 1500.
(Sebastiano Catte/com.unica settembre 2015)