Il terrorismo torna a Gerusalemme: è di qualche ora fa la notizia del ferimento da parte di un attentatore palestinese di un quindicenne israeliano alla Porta di Damasco. L’aggressore è stato bloccato e ucciso dalla polizia, mentre il ragazzo è in ospedale in condizioni stabili. Ieri sera invece un palestinese, Mohand Halabi di Ramallah, ha aggredito una famiglia di ebrei ultraortodossi in cammino verso il Muro del Pianto uccidendo due uomini e ferendo gravemente una donna e un bambino di due anni.

L’azione, ancora una volta acclamata da Hamas, avviene a quarantotto ore dall’uccisione dei coniugi Henkin, freddati mentre erano in macchina nella strada verso Itamar, e ha spinto il premier Benjamin Netanyahu a convocare per oggi una riunione con i responsabili della sicurezza.

Per il leader dell’opposizione israeliana Itzhak Herzog quanto sta avvenendo “dimostra che Netanyahu sta perdendo il controllo della sicurezza di Israele e non ha un piano per combattere questo terrore che indica l’inizio di una terza Intifada”. Tra le reazioni, anche quella del presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello.

(com.unica, 4 ottobre 2015)

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