La convinzione che i conflitti si possano superare e tutti i valori umani siano conciliabili è falsa. Ed è la base dei totalitarismi del Novecento.

C’è qualcosa di commovente in questo breve scritto di Isaiah Berlin che Adelphi ha pubblicato: “Un messaggio al Ventunesimo secolo” . l volumetto, piccolo e prezioso, è composto di due discorsi: il primo, già pubblicato in Il legno storto dell’umanità , è La ricerca dell’ideale : Berlin lo considerava il suo testamento spirituale e fu pronunciato in occasione della consegna del Premio Giovanni Agnelli nel 1988; il secondo è Un messaggio al Ventunesimo secolo : Berlin in una lettera all’amico John Roberts lo definì «breve credo» e fu scritto nel 1994 in occasione della laurea ad honorem in Giurisprudenza conferitagli dalla Università di Toronto. Il lettore, se accetta un consiglio, inverta l’ordine dell’indice e legga prima il credo e poi il testamento. Il «breve credo» è non solo commovente – un moto d’affetto lo attraversa tutto dalla prima all’ultima riga – ma fulminante e il lettore si troverà davanti il cuore del pluralismo liberale di Berlin e il volto della verità che così si può riassumere: l’idea di conciliare tutti i valori umani è non solo ardua ma falsa e chi la persegue sta riproponendo il totalitarismo del Novecento.

Gli uomini si ammazzano da sempre, tuttavia le imprese di Attila, di Gengis Khan, di Napoleone e perfino i massacri degli armeni «impallidiscono di fronte alla Rivoluzione russa e ai suoi postumi». Infatti, l’oppressione, le torture, gli assassinii, gli stermini «di cui si resero responsabili Lenin, Stalin, Hitler, Mao, Pol Pot, e la sistematica falsificazione dell’informazione mediante la quale si occultarono per anni quegli orrori – dice Berlin che fu testimone della Rivoluzione d’Ottobre e attraversò tutto il “terribile Novecento” – sono cose che non hanno precedenti». Perché? Perché gli stermini di massa e l’annientamento dell’umanità sono stati concepiti e realizzati – tenetevi forte – per il bene dell’umanità. È in questo paradiso tramutato in inferno che sir Isaiah si cala per smontare pezzo per pezzo l’insana sintesi di Verità e Potere che l’ideologia per eccellenza della modernità – il marxismo – ha perseguito con ogni mezzo.

Una volta Heine disse che se Kant non avesse distrutto la teologia forse Robespierre non avrebbe ghigliottinato il re di Francia. Le idee hanno un gran potere sul potere e le idee del XX secolo sono assassine. I gulag e i lager – dice Berlin – «sono stati causati dalle idee; o meglio, da una specifica idea». Marx, proprio lui che svalutava l’importanza delle idee, ha «provocato con i suoi scritti la trasformazione del Ventesimo secolo, sia nella direzione che egli auspicava, sia, per reazione, nella direzione opposta». Cosa vi era in quegli scritti? Un sogno rivelatosi un incubo: l’idea del compimento necessario della storia umana e della realizzazione della perfezione. È sotto l’influsso di questa idea – o alibi – che gli uomini hanno ucciso e sterminato con la «coscienza tranquilla». È un meccanismo infernale: se hai in mano la soluzione di tutto, allora, nessun prezzo è così alto da pagare per avere il paradiso. Neanche lo sterminio di massa: «Lenin se ne convinse dopo aver letto Il capitale . Predicava risolutamente che se coi mezzi da lui propugnati si poteva creare una società giusta, pacifica, felice, libera e virtuosa, allora il fine giustificava qualunque mezzo, letteralmente qualunque mezzo». Sennonché, questa verità è falsa giacché è falsissimo il convincimento che le domande basilari della vita umana, individuale e sociale, hanno una ed una sola risposta. E così è un dio falso e bugiardo quello che sostiene che i valori fondamentali dell’umanità siano armoniosi mentre sono inconciliabili: sono non conciliabili, per esempio, libertà e uguaglianza, libertà e sicurezza, giustizia e misericordia, ragione e spontaneità, Stato e Chiesa, verità e felicità.

L’idea che si possa superare il conflitto è peggiore del (presunto) male: è proprio l’esistenza del conflitto che garantisce la nostra libertà. Dunque, per dirla con Lenin, che fare? Bisogna star calmi, far compromessi, accordi, baratti e – dice Berlin – «so bene che questa non è una bandiera sotto la quale molti giovani idealisti ed entusiasti vorrebbero marciare – è troppo ragionevole, troppo borghese – ma dovete credermi, non si può avere tutto ciò che si vuole, e non solo in pratica, anche in teoria». Insomma, la risposta migliore è la democrazia liberale che, nonostante tutto, si sta diffondendo: «Le grandi tirannie sono cadute, o presto cadranno – anche in Cina il giorno non è troppo lontano».

Giancristiano Desiderio, IL GIORNALE 20 ottobre 2015

 

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