Continua a far parlare di sé l’appello firmato da 300 accademici del Regno Unito (tra cui molti italiani) in cui si annuncia l’interruzione dei rapporti con Israele. “Qualunque boicottaggio è controproducente, la scienza deve essere aperta a tutti e capace di condividere le scoperte dei migliori cervelli, siano essi israeliani, palestinesi o di altre parti del mondo” ha affermato il presidente del World Jewish Congress Ronald Lauder.

“È il preludio a una discriminazione inaccettabile, l’antisionismo è una bella maschera quando non ci si può dichiarare apertamente antisemiti” ha dichiarato la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello. Così Victor Magiar, assessore Ucei: “C’è, in quell’appello, un equivoco terzomondista. Israele viene descritto come un gigante oppressore. Questione ridicola, visto che quegli stessi atenei britannici intrattengono ottimi rapporti con paesi antidemocratici e retti da dittature oppressive. Negli atenei israeliani insegnano docenti di tutte le nazionalità e di tutte le religioni. E Israele è una grande democrazia”.

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