Hanno suscitato uno strascico di critiche e polemiche le parole dello storico Georges Bensoussan, direttore editoriale del Mémorial de la Shoah, che alla tv francese ha parlato del fallimento dell’integrazione nelle banlieu. “Non ci sarà alcuna integrazione fino a che non ci libereremo di questo antisemitismo atavico” ha affermato, citando poi il sociologo algerino Smain Laacher che ha spiegato come nelle famiglie arabe di Francia l’odio anti-ebraico si trasmetta con il latte materno.

Dichiarazioni, quelle di Bensoussan, che non sono piaciute al Mrap, il movimento contro il razzismo, che lo ha accusato di istigazione all’odio razziale ai danni degli arabi e si dice pronto a trascinarlo in tribunale.

Sul quotidiano ‘La  Repubblica’ l’intellettuale torinese Guido Ceronetti riflette sull’antisemitismo in l’Europa e si chiede: se gli ebrei se ne andassero via da Israele, ci sarebbe qualcuno pronto ad accoglierli? “L’Europa d’oggi – scrive – è una tana enorme di antisemiti che s’ignorano o si mascherano. Quando si trattasse di accogliere i nostri fratelli israeliani profughi le porte spontaneamente aperte sarebbero poche”.

Osservando con tristezza le scuole e le sinagoghe d’Europa sorvegliate dall’esercito per timore di violenze, sottolinea ancora: “Di più enigmatico, di più incendiario dell’antisemitismo non c’è al mondo nessun altro veleno. Arriva e coglie dovunque”.

(com.unica, 4 novembre 2015)

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