“La visita di Wojtyla, 30 anni fa, fu la rivoluzione, lo spartiacque. La seconda è stata fatta da un papa, Ratzinger, che aveva un particolare rapporto con l’ebraismo e che ha voluto sottolineare la continuità. Il suo stile era dottrinale, teologico, sapienzale, anche formale. Adesso credo che gli elementi principali siano la continuità, il particolare momento storico, ma anche il rapporto diverso, pastorale, che Francesco ha con il pubblico”. Così il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni in una intervista al ‘Corriere della Sera’ a pochi giorni dalla visita di Bergoglio in Sinagoga (17 gennaio).

Ad accoglierlo, oltre ai rappresentanti del mondo ebraico italiano religioso e civile, tra cui il presidente dell’Ucei Renzo Gattegna e a un esponente del governo d’Israele, ci sarà soprattutto la gente, i giovani della comunità e anche gli ex deportati. “Sarà una visita all’insegna del dialogo e della cordialità. È una bella occasione – dice Ruth Dureghello, presidente delle Comunità romana – per continuare il percorso di dialogo che prosegue fra alti e bassi ma con la volontà consolidata di andare avanti”.

(com.unica, 7 gennaio 2016)

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