In ventidue mesi quasi 19mila le vittime di “esecuzioni raccapriccianti e decapitazioni” compiute come “spettacoli pubblici”. È quanto afferma l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite sull’Iraq e sulle stragi perpetrate nel Paese dall’Isis. Violenze che, secondo l’Onu, “possono essere considerati crimini di guerra, contro l’umanità e genocidio”.

Il rapporto parla anche di almeno 3.500 bambini e donne ridotti in schiavitù dai jihadisti. E intanto il movimento del terrore del sedicente califfo chiede ad Al Qaeda di unirsi a lui in Nord Africa: “È un dovere attaccare i cristiani e gli ebrei nel Maghreb islamico”, lo slogan di morte dell’Isis, lanciato dopo l’attacco rivendicato da Al Qaeda in Burkina Faso.

(com.unica 20 gennaio 2016)

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