Family Day contro il ddl Cirinnà tra numeri e polemiche
Ampio spazio sui quotidiani di oggi per la manifestazione contro le unioni civili – e contro la legge Cirinnà che le istituirebbe – tenutasi ieri al Circo Massimo a Roma. Gli organizzatori, tra cui il movimento “Difendiamo i nostri figli” – sostiene ci fossero due milioni di persone in piazza, trecentomila la stima della questura.
Nel corso della manifestazione, nota come Family Day, era stata letta una presunta lettera di adesione del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni ma, terminato shabbat, è arrivata la smentita: “Riccardo Di Segni non ha partecipato né aderito alla manifestazione denominata Family Day di oggi, né ha inviato alcun messaggio – si legge nel comunicato della Comunità ebraica romana – Qualcuno non autorizzato potrebbe aver citato una risposta alla precedente manifestazione che comunque non era da intendersi come un’adesione ma un invito al dialogo”.
La linea intransigente dei manifestanti del Family Day contro il ddl Cirinnà sulle unioni civili ha fatto saltare una possibile mediazione, scrive La Stampa, e ora la palla passa in parlamento. Sul Corriere della Sera il cardinale Camillo Ruini si fa portavoce della manifestazione mentre sul Fatto Quotidiano Furio Colombo scrive: “ciò che è accaduto a Roma, a cura della Chiesa cattolica,è uno straordinario esercizio di egoismo antico e barbaro fondato sulla celebrazione della fertilità di maschi e femmine, che si dichiara minacciato dal desiderio appassionato delle famiglie gay (che,sia chiaro, nel loro caso non è un diritto) di avere un bambino da stringere e crescere come un figlio”.
(com.unica 31 gennaio 2016)