Secondo il rapporto “Female Genital Mutilation/Cutting: a global concern”, pubblicato ieri dall’UNICEF, almeno 200 milioni di donne e bambine hanno subito mutilazioni genitali femminili in 30 Paesi.

Lo studio, presentato in occasione della Giornata ONU di Tolleranza Zero verso le Mutilazioni Genitali Femminili (acronimo inglese FGM), “mostra che la metà delle bambine e delle donne che hanno subìto la pratica vivono in 3 Paesi: Egitto, Etiopia e Indonesia.

È un vero e proprio allarme quello dell’Unicef, l’organismo internazionale che coordina il programma mondiale più ampio per l’eliminazione delle FGM. Analizzando i dati del rapporto si può dedurre che 70 milioni di donne di bambine in più rispetto al 2014 hanno subìto la pratica. Questo è dovuto alla crescita della popolazione in molti Paesi e ai dati rappresentativi a livello nazionale raccolti dal Governo dell’Indonesia.

“Le Mutilazioni Genitali Femminili differiscono a seconda delle regioni e delle culture, con alcune forme che provocano rischi per la vita di coloro che le hanno subìte”, spiega Geeta Rao Gupta, vice direttore generale dell’UNICEF. “In ogni caso le FGM violano i diritti delle ragazze e delle donne. Noi tutti – governi, operatori sanitari, leader di comunità, genitori e famiglie – dobbiamo ampliare i nostri sforzi per eliminare definitivamente questa pratica”.

Per Gupta “determinare l’ampiezza della diffusione delle FGM è fondamentale per eliminare la pratica. Quando i Governi raccoglieranno dati e statistiche a livello nazionale sulle FGM vorrà dire che avranno maggiori strumenti per comprendere la diffusione della pratica e ampliare gli sforzi per proteggere i diritti di milioni di ragazze e donne”.

(com.unica, 6 febbraio 2016)

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