Milano, in mostra il contratto matrimoniale ebraico
Matrimoni secondo la tradizione ebraica. L’Archivio di Stato di Milano in occasione dell’apertura straordinaria del 1° maggio, dalle 11 alle 17, presenta una ketubbah, ovvero un contratto matrimoniale ebraico, realizzata a Corfù nel 1729.
Si tratta del “documento del mese” e verrà esposto insieme alle altre due ketubbah conservate nell’Archivio in una mostra allestita ad hoc nel palazzo di via Senato 10 a Milano. L’illustrazione del valore diplomatistico e artistico dell’opera sarà curata da Stefania Roncolato, cultrice della materia ed autrice di pubblicazioni sul tema, e avverrà della Sala delle conferenze alle 11.15. L’apertura e la presentazione avvengono in adesione all’iniziativa voluta dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo che intende promuovere e diffondere la conoscenza del patrimonio culturale nazionale attraverso l’apertura straordinaria dei luoghi della cultura. Per l’occasione verranno organizzate visite guidate alla sede monumentale secentesca voluta dal cardinale Borromeo ed al patrimonio in essa conservato.
Il pubblico potrà così ammirare, tra l’altro, i preziosi cimeli normalmente non esposti ed una parte dei 45 chilometri lineari di documentazione custodita. Sarà visitabile inoltre la mostra “Ebrei a Milano” che dà prova della terribile realtà delle leggi razziali. Prende così una nuova veste il progetto “Documento del mese”, nato nell’ottobre 2014 e volto a condividere col pubblico del web alcuni documenti che si distinguono per l’originalità del tema trattato, l’autore dell’atto, la forma e il supporto scrittorio della fonte. A partire dal 1° maggio, infatti, il Documento verrà presentato al pubblico ogni primo sabato del mese, con l’esposizione dell’originale unita alla pubblicazione sul sito Internet. Alla presentazione verrà di volta in volta abbinata una iniziativa che mostrerà la ricchezza del patrimonio esposto, coniugando rigore scientifico e piacevolezza di una visita che renderà noti i tesori che sono stati e vengono tuttora scoperti tra le carte custodite nel Palazzo del Senato, un gioiello che ancora troppi ignorano.
(com.unica, 23 aprile 2016)