Quest’anno ad aprile cade il capodanno Theravada, forma di Buddhismo dominante nel sud-est asiatico, soprattutto in Shri Lanka, Birmania, Cambogia, Laos, Thailandia. La Theravada è la più antica scuola buddhista tra quelle esistenti e trae la sua origine dalla “dottrina dell’analisi” (Vibhajyavada), una delle prime scuole nate dall’insegnamento di Siddharta Gautama. Theravada letteralmente significa “la scuola degli anziani” e secondo la tradizione, questa dottrina è propria dei monaci anziani, quelli che più si avvicinarono al Buddha Shakyamuni e che rifiutarono ogni innovazione teorica e filosofica. Il testo dell’ortodossia Theravada è il Canone Pali. La stesura del Canone Pali è frutto di un lavoro di raccolta, analisi e confronto dei testi delle diverse scuole che si erano formate nei primi secoli successivi all’insegnamento del Buddha Shakyamuni.

Il Buddhismo Theravada promuove “l’insegnamento dell’analisi”, dove l’introspezione è il frutto dell’esperienza, della ricerca critica e della ragione del praticante, piuttosto che della fede cieca. E’ fondamentale inoltre prestare attenzione all’insegnamento dei saggi, perché questi, insieme alla valutazione delle proprie esperienze, sono le due prove alla cui luce è giudicata la propria pratica. Il Theravada identifica la causa dell’esistenza e della sofferenza umana nell’attaccamento, che a sua volta è responsabile del sorgere delle impurità mentali (dhosa, lobha, moha) quali rabbia, malevolenza, inimicizia, bramosia, avidità, presunzione, gelosia, ossessione… Secondo i Theravadin le impurità non sono dannose solo per se stessi, ma anche per gli altri e sono la natura delle abitudini che affliggono le menti degli esseri non illuminati. Gli esseri non illuminati, inoltre, sono attaccati al corpo come se fosse il proprio Sé, mentre in realtà il corpo è in fenomeno impermanente costituito dai quattro elementi di base (aria, acqua, terra e fuoco) e che dopo la morte è destinato a decomporsi e a disperdersi. La mente umana non è in grado di vedere la vera realtà perché accecata dalle manipolazioni delle impurità mentali. Una condotta sbagliata rafforza le impurità, ma la pratica del Nobile Ottuplice Sentiero le indebolisce e le sradica. Gli esseri non illuminati sperimentano il mondo attraverso le sei porte sensoriali imperfette (vista, udito, olfatto, gusto, tatto e mente) per poi reinterpretarlo secondo la propria illusione della realtà. Nel Theravada, per liberarsi dalla sofferenza si devono sradicare le impurità: la meditazione costante e il conseguimento dijhana porterà il praticante alla realizzazione delle Quattro Nobili Verità e all’illuminazione (Nibbana). Il Nibbana è la perfetta beatitudine e chi la consegue è libero dal ciclo della rinascita, malattia, invecchiamento e morte. I Theravadin sostengono che ognuno sia responsabile del proprio risveglio e della propria liberazione, essendo ciascuni responsabile delle proprie azioni e delle loro conseguenze. Il risveglio non si ottiene credendo nella realtà così come l’ha descritta il Buddha, ma solo arrivando a conoscerlo per esperienza diretta. La filosofia Theravada è una elaborazione analitica continua della vita, senza i limiti delle regole etiche e rituali. La teoria fondamentale si basa sulle Quattro Nobili Verità, che possono essere descritte in sintesi come: l’analisi del problema (la sofferenza), la causa, la soluzione (la cessazione della sofferenza) e il percorso verso la soluzione (il sentiero, la pratica). Ogni fenomeno, fisico o psichico, ha tre caratteristiche: l’impermanenza, la sofferenza dovuta al cambiamento continuo, la mancanza di identità fissa. La realizzazione di queste tre caratteristiche conduce alla liberazione dai legami e dagli attaccamenti mondani, all’estinzione del desiderio, alla libertà, al Nibbana (nirvana in sanscrito).

Il sentiero è lo sviluppo positivo della propria mente e lo strumento chiave è la meditazione (samatha e vipassana). Attraverso la pratica si avanza nei quattro stadi del progresso spirituale verso il risveglio: Sotapanna, Sakadagami (tornano una volta), Anagami (non ritornano), Arahant (illuminati), condizione del non-mortale, libero da ogni impurità. Conseguire lo stato di Arahant è presentato nei primi testi canonici come l’obiettivo ideale per i monaci. I primi monaci occidentali sono ordinati alla fine del secolo XIX. I semi di questa rinascita, come reazione al colonialismo e alle missioni cristiane, sono pure i movimenti di tipo millenaristico, che eserciteranno un’influenza sul comunismo indocinese e porteranno la diffusione della meditazione fra i laici, con la nascita d’importanti centri in Thailandia, l’unico regno di cultura theravada sfuggito alla conquista coloniale. Nel XX secolo si riunì il sesto concilio buddhista, promosso a Rangoon nel 1954 dal governo birmano, mentre nel 1956 si festeggiarono i 2.500 anni del Buddhismo; nel 1958 nello Shri Lanka fu fondata la Buddhist Publication Society per la pubblicazione e diffusione di testi theravada in lingua inglese. Si diramano anche nuove esperienze in campo monastico con la “Scuola della Foresta” in Thailandia, che vede la restaurazione di un ideale monastico solitario e a contatto con la natura, e della pratica meditativa.

I decenni successivi sono segnati dalle turbolenze politiche, in Sri Lanka e in Indocina, con l’ascesa di regimi comunisti e la guerra del Vietnam. Questi eventi causarono innumerevoli sofferenze alle comunità theravada, ma d’altro canto provocarono anche un afflusso di profughi dalla Cambogia e dal Laos in Europa e negli Stati Uniti, dove si diffuse ulteriormente il Buddhismo e furono fondati i primi monasteri occidentali. Oggi, il Buddhismo Theravada considera Internet la sua ultima frontiera: negli ultimi anni diverse edizioni del Canone Pali sono diventate disponibili online. In Italia, la presenza theravada vede un imprescindibile riferimento spirituale nella piccola comunità di monaci buddhisti dell’Associazione Santacittarama di Frasso Sabino (Rieti) e una certa diffusione sul territorio grazie ai centri associati che fungono da riferimento in diverse città italiane.

(Nadia Loreti/com.unica 25 aprile 2016)

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