Quale Memoria per la nostra società, un convegno a Roma
“Quale memoria, per quale società? Il ruolo dei musei nella società contemporanea” è il convegno che si terrà domani 2 maggio a Roma, promosso dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e dal Ministero per i Beni e le Attività culturali e del Turismo.
L’evento, che avrà luogo nel Salone del Consiglio del Mibact con inizio alle 9.30, sarà aperto dal Ministro dei Beni e delle attività culturali Dario Franceschini, e dal presidente dell’UCEI Renzo Gattegna. Dopo la lectio magistralis dello storico francese e direttore editoriale del Mémorial de la Shoah di Parigi Georges Bensoussan (La Shoah e il mondo contemporaneo), seguiranno gli interventi di Dario Disegni, presidente della Fondazione Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah (Meis); Roberto Jarach, vicepresidente Fondazione Memoriale della Shoah di Milano; Giorgio Sacerdoti, Presidente della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec), e Mario Venezia, presidente della Fondazione Museo della Shoah di Roma. In chiusura la tavola rotonda moderata da Annabella Gioia che vedrà come protagonisti l’archeologo Salvatore Settis, che parlerà di “Musei della Shoah come archeologia della Memoria”; lo storico dell’arte Claudio Strinati che si soffermerà su “La rappresentazione della Shoah nei musei e nei memoriali”; Leonardo Sangiorgi di Studio Azzurro sul tema“Linguaggi innovativi per una memoria non rituale” mentre Simone Mortara, dell’Associazione di cultura ebraica Hans Jonas, parlerà di “Musei della Shoah e musei Ebraici”.
Georges Bensoussan, in un’intervista al direttore di Pagine Ebraiche Guido Vitale, ha voluto mettere l’accento sulle criticità cui si va incontro nel trattare temi così delicati: “I rischi che ci stanno davanti vanno ben al di là delle grottesche attività dei negazionisti che cercano di cancellare le tracce di un’evidenza storica – ha detto. “Assistiamo a una banalizzazione della Memoria, a un culto della Memoria, alla costituzione, soprattutto in Europa, di una religione civile. E a gravissimi, minacciosi fraintendimenti riguardo all’identità e alla legittimità di Israele”.
(com.unica, 1 maggio 2016)