Papa Francesco ha ricevuto oggi in Vaticano il premio “Carlo Magno”, il riconoscimento conferito ogni anno dalla città di Aquisgrana a personalità che si sono distinte con la loro opera in favore dei valori europei. Erano presenti fra gli altri il cancelliere tedesco Angela Merkel, il Presidente del Parlamento Europeo Martin Schultz, quello della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, il re di Spagna Filippo VI, il nostro premier Matteo Renzi e l’altro rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri Federica Mogherini. La motivazione del premio è legata all’impegno del pontefice rivolto all’affermazione di un’idea di Europa di pace, fondata su valori comuni e aperta ad altri popoli e continenti.

Nel suo discorso il Papa ha affermato di sognare “un’Europa giovane, capace di essere ancora madre: una madre che abbia vita, perché rispetta la vita e offre speranze di vita; un’Europa dove essere migrante non sia delitto e dove sposarsi e avere figli sia una responsabilità e una gioia grande, non un problema dato dalla mancanza di un lavoro sufficientemente stabile; “che si prende cura del bambino, che soccorre come un fratello il povero e chi arriva in cerca di accoglienza perché non ha più nulla e chiede riparo; che ascolta e valorizza le persone malate e anziane, perché non siano ridotte a improduttivi oggetti di scarto; dove i giovani respirano l’aria pulita dell’onestà, amano la bellezza della cultura e di una vita semplice, non inquinata dagli infiniti bisogni del consumismo; che promuove e tutela i diritti di ciascuno, senza dimenticare i doveri verso tutti. Sogno un’Europa di cui non si possa dire che il suo impegno per i diritti umani è stata la sua ultima utopia”.

Francesco si è soffermato anche sul tema della memoria e ha chiesto di non dimenticare. Ha citato lo scrittore Elie Wiesel, sopravvissuto ai campi di sterminio nazisti, il quale diceva che oggi è di capitale importanza realizzare una “trasfusione di memoria”. È ciò che “ci libera da quella tendenza attuale spesso più attraente di fabbricare in fretta sulle sabbie mobili dei risultati immediati che potrebbero produrre una rendita politica facile, rapida ed effimera”. I padri fondatori dell’Europa, spiega il Papa “osarono cercare soluzioni multilaterali ai problemi che poco a poco diventavano comuni”.

(com.unica, 6 maggio 2016)

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