Il partito popolare (Pp) di Mariano Rajoy esce rafforzato dalle nuove elezioni legislative che si sono tenute ieri in Spagna, sei mesi dopo quelle del 20 dicembre scorso che avevano lasciato il paese in una situazione di ingovernabilità. Pur ottenendo il 33% e 137 seggi su 350 l’attuale premier non avrà tuttavia la possibilità di governare da solo e nemmeno in coalizione con Ciudadanos. Arretra il Partito socialista che ha ottenuto il peggiore risultato della sua storia al Congresso dei Deputati con il 22,7% e 85 seggi; al terzo posto Podemos con il 21,1% e 71 seggi; quindi i centristi di Ciudadanos, alleati naturali del Pp, con il 13% e 32 seggi. Il Pp conquista la maggioranza assoluta solo al Senato con 130 seggi su 208, davanti al Psoe (43) e Podemos (16). I veri sconfitti di questa tornata sono proprio gli esponenti di Podemos, che hanno ottenuto un risultato largamente inferiore alle attese. Nonostante l’alleanza con il partito euroscettico Izquierda Unida non sono riusciti a superare i socialisti del Psoe. Il loro leader Pablo Iglesias, scrive il Corriere, è un personaggio mediatico che non sfonda alle urne. E il leader socialista Sanchez lo ha attaccato: “Hai favorito la destra”. 

Per quanto riguarda gli altri gruppi politici, i partiti nazionalisti e indipendentisti catalani e baschi hanno conservato le loro posizioni. I repubblicani di sinistra catalani di Erc sono il primo dei ‘piccoli’ partiti presenti al Congresso con 9 seggi, davanti all’altro partito indipendentista catalano, Cdc, con 8. Fra i partiti baschi i nazionalisti del Pnv ottiene 5 seggi, gli indipendentisti di Bildu 2. Coalicion Canaria conserva il seggio, che aveva conquistato nel dicembre scorso.

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Subito dopo l’esito del voto, parlando davanti a una folla di seguaci in festa Mariano Rajoy ha rivendicato comunque il diritto di governare. “Da domani, ha detto, inizieremo a parlare con tutti” in vista della formazione di un futuro governo. Appare evidente che il premier si trova in una posizione di maggiore autorevolezza rispetto al passato per provare a convincere il Psoe a entrare a far parte di un governo di coalizione. Al momento appare l’unica ipotesi praticabile, considerato che l’insufficiente risultato della sinistra rende impossibili altre soluzioni, anche con l’appoggio dei nazionalisti baschi e degli indipendentisti catalani.

(com.unica, 27 giugno 2016)

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