Quando venne insignito del Nobel per la Pace nel 1986, venne definito “messaggero per l’umanità”.

Elie Wiesel era nato nel 1928 a Sighet, in Transilvania (Romania) e a 15 anni è stato deportato dai nazisti ad Auschwitz con la sua famiglia. Sua madre e sua sorella minore sono morte, le due sorelle maggiori sono sopravvissute. E’ stato poi deportato a Buchenwald con il padre, che lì è morto. Dopo la guerra, ha studiato alla Sorbona di Parigi ed è diventato giornalista, serbando però il silenzio su ciò che aveva subito nei campi di concentramento. Lo ha convinto a porvi fine, durante un’intervista, lo scrittore François Mauriac. Wiesel ha scritto allora La Nuit, pubblicato nel 1958 e tradotto in 25 lingue.

Nel1956 si è trasferito negli Stati Uniti ed è diventato cittadino americano nel 1963. Nel 1978 è stato nominato presidente della Commissione statunitense sulla Shoah e quindi presidente fondatore del Consiglio per il Memoriale della Shoah. Dal 1976, è professore di Studi umanistici alla Boston University. E’ stato autore di oltre 35 libri che hanno vinto numerosi premi, tra cui il Prix Médicis e il Grand Prix de Littérature della città di Parigi.  Il primo volume delle sue memorie, Tous les fleuves vont à la mer, è uscito nel 1994 (tradotto in italiano nel 1996) e il secondo, Mais la mer n’est pas remplie, nell’ottobre 1996.

Sostenitore convinto dello Stato di Israele, Elie Wiesel ha difeso la causa degli ebrei sovietici, degli indiani Miskito del Nicaragua, dei “desaparecidos” argentini, dei rifugiati cambogiani, dei curdi, delle vittime dell’apartheid in Sudafrica e della fame in Africa, e di recente delle vittime e dei prigionieri nella ex Jugoslavia.

Nel 1987 Elie Wiesel e la moglie Marion hanno creato la Elie Wiesel Foundation for Humanity, “per far progredire la causa dei diritti umani e della pace nel mondo grazie a un nuovo foro per la discussione dei principali problemi etici che l’umanità si trova ad affrontare”.

(com.unica, 3 luglio 2016)

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