L’attacco alla Francia nella notte del 14 luglio: l’analisi del direttore della “Stampa” Maurizio Molinari

Per colpire i jihadisti scelgono il giorno in cui i francesi celebrano la presa della Bastiglia e il momento in cui centinaia di persone affollano la Promenade des Anglais sul lungomare di Nizza. Le modalità dell’attacco svelano l’intento di umiliare la Francia lì dove si sente più forte: nel ricordo della rivoluzione, nella celebrazione delle proprie libertà, sulla spiaggia della Costa Azzurra simbolo del suo fascino. 

I jihadisti conoscono il calendario e l’identità del Paese che colpiscono e li usano come strumento per diffondere il terrore al fine di «farvi temere la morte anche quando dormite» come aveva promesso Abu Bakr al-Baghdadi, il Califfo dello Stato Islamico (Isis). Lo strumento dell’assalto è un camion lanciato ad alta velocità contro la folla inerme: un metodo già testato più volte da singoli jihadisti in località minori della Francia nonché emulazione di una delle tattiche dei jihadisti della «Car Intifada» contro Israele. 

Se la strage del Bataclan a Parigi ha segnato l’inizio della campagna di attacchi all’Europa e gli assalti a Bruxelles e Istanbul hanno rivelato l’esistenza di una vasta rete di cellule, la carneficina di Nizza suggerisce che l’offensiva è in pieno svolgimento. Imponendo ad ogni Paese di reagire con forme di integrazione nella sicurezza di efficacia tale da generare una nuova dottrina per la difesa collettiva. 

(Maurizio Molinari/La Stampa 15 luglio 2016)

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