Adesso è ufficiale: Donald Trump è stato designato candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti alla convention in corso a Cleveland. L’annuncio è stato dato dal figlio del magnate Donald Trump Jr. (a cui molti attribuiscono un futuro da leader poliico) che ha confermato il consenso di altri 89 delegati, consentendogli così di superare la soglia critica di 1.237. Trump, che non era presente, parlerà alla convention l’ultima sera, giovedì, accettando così formalmente la candidatura alla presidenza degli Stati Uniti.

Il partito però si presenta diviso all’appuntamento decisivo e l’unico elemento in grado di tenerlo unito sembra essere – secondo il New York Times solo l’antagonismo contro Hillary Clinton. Lo stesso quotidiano ha pubblicato un sondaggio da cui si evince che se si votasse ora l’ex segretario di stato di Obama avrebbe il 76% di probabilità di vincere.

Il tema del secondo giorno della convention repubblicana di Cleveland era “Far tornare a funzionare l’America”, ma è stato messo in secondo piano dalle polemiche suscitate dal discorso della moglie di Trump, accusata di plagio per aver copiato interi brani dall’intervento di Michelle Obama alla convention democratica del 2008. L’aspirante First Lady è stata oggetto per tutta la giornata di ieri dell’ironia sui social. I collaboratori respingono le accuse, ma secondo alcuni il marito sarebbe andato su tutte le furie contro lo staff.

(com.unica, 20 luglio 2016)

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