Come sta veramente il Brasile delle Olimpiadi?
Si sono aperte le Olimpiadi in Brasile e Rio de Janeiro si è preparata per questo incontro importante, come avrebbe fatto una bella donna per l’appuntamento della sua vita. È bella Rio, gioiosa e piena di vita. Baciata dal sole. Ma grattando appena sotto lo strato di maquillage, si trova una città inadeguata e incosciente, dove la sopraffazione e l’ingiustizia prevalgono sull’ordine e la sicurezza. Sulla pace. Una città che si è lasciata trasformare dalla criminalità e dalla malavita, dalla violenza nelle favelas, dagli stupri alle donne. Ingiustizia sociale, stipendi pagati in ritardo, scioperi a catena, dalla polizia agli insegnanti. Baia e lagune sporche e inquinate, che nessuno ha pensato di ripulire. I progetti realizzati per i giochi olimpici hanno sforato il budget e molte strutture sono incomplete. A complicare ulteriormente le cose, la paura degli attacchi terroristici e l’epidemia del virus zika che già ha fatto 1,5 milioni di contagiati in Brasile: il virus causa febbre ma non sempre è letale per gli adulti, mentre provoca microcefalia nei bambini nati da donne incinte contagiate, con gravi conseguenze motorie, cognitive e sensoriali.
Alcuni progetti per il restyling di Rio sono stati semplicemente prodigiosi, come le strade intorno al porto e lungo Guanabara Ray, un tempo sporche, gremite di magazzini fatiscenti, ricoperti di graffiti, che ospitavano un nugolo di senzatetto. Oggi sono state ripulite, l’intera zona è stata trasformata nel “Porto Maravilha”, con al centro una splendida piazza, che ospita il Museum of Tomorrow, con le sue torreggianti ali meccaniche. Una superstrada sopraelevata è stata abbattuta per fare largo a una vasta isola pedonale, disseminata di coloratissimi murales e magazzini convertiti in spazi che ospitano mostre di cultura brasiliana. I trasporti pubblici di Rio sono migliorati: sono stati aggiunti oltre 160 chilometri di linee per gli autobus a trasporto rapido, un’altra linea della metropolitana e una nuova metropolitana leggera; ci sono nuovi impianti, e la gigantesca statua dei cerchi olimpici è stata posizionata al Madureira Park, nella zona settentrionale della città, la più povera, che in passato era molto degradata, ma che oggi ospita concerti, ristoranti all’aperto e skatepark.
Nonostante tutti questi cambiamenti, il Brasile intero è molto instabile, la disoccupazione è in forte crescita, imperversa una consistente crisi economica e i dati parlano della più pesante recessione dalla crisi del 1929. Il malcontento popolare si è palesato attraverso proteste non sempre pacifiche che hanno attraversato il Paese, da Manaus, in Amazzonia, fino a San Paolo, passando per la capitale Brasilia, con i manifestanti che hanno marciato con l’intento di destabilizzare il governo, incoraggiare i deputati del parlamento a procedere con le dimissioni forzate di del Capo di Stato Dilma Rousseff e l’arresto dell’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva. Il dissenso si sta manifestando da un anno, ma è esploso in maniera importante da quando sono emersi i fatti di corruzione in cui sono stati coinvolti molti politici di rilievo, alcuni tra i più stretti collaboratori di Dilma Rousseff e lo stesso Lula. Già a dicembre 2015 il presidente della Camera dei deputati, Eduardo Cunha, aveva autorizzato la procedura di impeachment contro la Rousseff, per aver manipolato i conti pubblici nascondendo il deficit di bilancio brasiliano e per aver aperto conti bancari all’estero formalmente intestati al governo ma, di fatto, di sua proprietà.
Il 31 luglio a San Paolo si sono svolte due manifestazioni politiche: da un alto c’erano i gruppi che sostenevano la rimozione della Rousseff che si erano raccolti nell’Avenida Paulista. Dall’altro, con numerosissimi partecipanti, circa 60 mila, i movimenti del Fronte senza Paura che hanno iniziato la loro manifestazione in largo da Batata, ad ovest della capitale. Tutti gli striscioni, tutti i manifesti e tutte le dichiarazioni hanno fatto riferimento solo ai politici del Partito dei Lavoratori, nonostante ci sia stato un attacco generale alla corruzione. Erano presenti figure rappresentative della “nuova destra” brasiliana, come Alexandre Frota, Eduardo Bolsonaro, Sara Winter e Marco Antonio Villa.
Dal canto loro, centinaia di intellettuali brasiliani e stranieri, come i tedeschi Jürgen Habermas, Axel Honneth e Rainer Forst, la filosofa e femminista statunitense Nancy Fraser e il canadese Charles Taylor, hanno sottoscritto un appello per criticare e condannare il processo di impeachment subito da Dilma Rousseff, qualificandolo come «golbe bianco», e bollare l’opposizione, formata dai partiti di destra, colpevole di aver approfittato della crisi economica per scatenare una campagna violenta contro la “Presidenta”. Il testo evidenzia come l’obiettivo dell’impeachment sia quello di attaccare i diritti sociali garantiti dal governo di Dilma, deregolamentare i processi economici nel Paese e porre un freno alle numerose indagini per corruzione. Insomma, numerose ombre sullo stato di diritto in Brasile, che le Olimpiadi non contribuiranno a dissipare.
(Nadia Loreti, com.unica 7 agosto 2016)