Munich 1972, le Olimpiadi di sangue
Le Olimpiadi di Monaco del 1972 sono destinate a passare alla storia per la lunga scia di sangue che le ha caratterizzate.
Il 5 settembre 1972, alle 4 del mattino, otto fedayn palestinesi, appartenenti al movimento Settembre Nero, affiliato all’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) facente capo a Yasser Arafat, fecero irruzione nel Villaggio Olimpico, uccisero due atleti israeliani e ne sequestrarono altri nove.
Entrarono con facilità, aiutati a scavalcare il muro di cinta da atleti americani talmente sbronzi da essere inconsapevoli di quanto stesse accadendo. I terroristi fecero irruzione nella palazzina degli atleti israeliani e ne uccisero subito due, che avevano tentato di fermarli: Moshe Weinberg, allenatore di lotta greco-romana, e Yossef Romano, campione del sollevamento pesi. Presero nove ostaggi e un’ora dopo, alle 5, iniziarono le trattative. Lanciarono le loro richieste scritte su fogli di carta dal balcone della palazzina. Chiedevano la liberazione di 234 palestinesi detenuti nelle prigioni israeliane e di due terroristi tedeschi, Ulrike Meinhof e Andreas Baader, capi della Rote Armee Fraktion, che procurò armi e informazioni logistiche al commando palestinese, e che furono arrestati dalla polizia tedesca nel giugno di quell’anno; pretesero inoltre tre aerei per lasciare la Germania. Fissarono il termine dell’ultimatum alle 9.00 del mattino, quattro ore dopo. Dopo venti ore di estenuanti trattative, con i termini dell’ultimatum che venivano spostati di ora in ora e con continue richieste da parte dei terroristi, l’operazione si concluse tragicamente, con un conflitto a fuoco durato un’ora, all’aeroporto di Furstenfeldbruck, dove morirono cinque sequestratori, due uomini delle forze dell’ordine e tutti gli ostaggi. I tre terroristi sopravvissuti furono arrestati, ma rilasciati il 29 ottobre dello stesso anno, nella negoziazione per il dirottamento di un aereo della Lufthansa a Zagabria.
Il programma delle Olimpiadi proseguì regolarmente, con la sola interruzione di un giorno, in ricordo delle vittime, tra molte polemiche, indignazioni e critiche. Furono i Giochi Olimpici più tragici e dolorosi della storia: settemila atleti e 120 nazioni rappresentate per celebrare in Germania la pace raggiunta dopo la Seconda Guerra Mondiale. Un gesto simbolico fallito drammaticamente.
Da quel momento ebbe inizio la rappresaglia pianificata e organizzata dal Mossad, il servizio segreto israeliano, su ordine del ministro Golda Meier. Fu istituita una squadra, il Comitato X, con il compito di rintracciare e uccidere tutti i mandanti, i finanziatori e gli organizzatori della strage di Monaco. Fu redatta una lista con gli obiettivi da eliminare e per anni fu seminata la morte in Europa e in Medio Oriente. Il primo a cadere fu Wael Abdel Zwaiter, poeta palestinese di 38 anni, da 16 anni esule in Italia. Viveva a Roma dove rappresentava l’OLP, l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina. Zwaiter lavorava come traduttore presso l’ambasciata libica di Via Nomentana. Venne ucciso la sera del 16 ottobre 1972 , intorno alle 22, nell’androne del palazzo dove abitava, da due uomini che gli esplosero contro undici colpi di Beretta calibro 9, perché ritenuto un membro dell’organizzazione terroristica Settembre Nero. In realtà era un cultore di lettere, aveva pubblicato anche una traduzione in italiano di «Le mille e una notte» e a nessuno importò che fosse, invece, un feroce critico di quel movimento di cui si riteneva facesse parte.
Abu Daud Oudeh fu l’ultimo fedayn del commando di Monaco sopravvissuto alla vendetta. Morirà nel 2010, a 73 anni, per problemi renali. In una intervista rilasciata ad Amedeo Ricucci confermò le sue dichiarazioni, secondo le quali non avevano mai avuto intenzione di uccidere, ma solo di liberare i palestinesi prigionieri. La verità sulla strage verrà raccontata in un documentario, Munich 1972 & Beyond: gli atleti furono picchiati brutalmente e torturati, alcuni di loro avevano le ossa spezzate, e uno di loro, Yossef Romano, fu evirato. Le foto di repertorio riportano particolari crudi e raccapriccianti. Nel 2012 il settimanale tedesco Der Spiegel pubblicò un lungo articolo sulle Olimpiadi del 1972, accusando il governo tedesco di aver sottovalutato l’allarme di possibili azioni terroristiche e di non aver rafforzato le misure di sicurezza al Villaggio Olimpico. Sempre in quell’anno Israele rese pubblici 45 documenti ufficiali sulla vicenda, dai quali emerse l’impreparazione dei servizi di sicurezza tedeschi durante l’operazione, il ritardo dell’intervento dei mezzi corazzati, la mancanza di armi e di piani di intervento adeguati.
Nel Villaggio Olimpico di Monaco verrà inaugurato un monumento in ricordo delle vittime della strage.
(Nadia Loreti/com.unica, 5 settembre 2016)