“Peccati di Gola” di Pino Pelloni e “La mia Capri” di Gian Gaspare Napolitano al San Michele di Anacapri
Il maestro conferenziere Salvatore di Fede e il giornalista del Corriere della Sera Francesco Durante presentano all’Albergo San Michele di Anacapri le pagine di Pino Pelloni e Gian Gaspare Napolitano, pubblicate dalla Ethos Edizoni. Mercoledì 7 settembre (ore 17,30) “Peccati di gola, Copule e crapule, storie e leggende” dello storico Pino Pelloni e giovedì 8 settembre (ore 17,30) “La mia Capri” del grande inviato del Corriere della Sera ed eterno giramondo Gian Gaspare Napolitano.
Sosteneva il critico letterario Carlo Bo che “la cucina è ormai diventata una branca della sociologia, ciò che una volta si sarebbe chiamata scienza e storia della civiltà”. Per Pino Pelloni è storia sociale e della cultura popolare, e tante altre cose insieme. E in questo ‘Peccati di Gola’, in libreria nei giorni in cui l’Expo milanese glorifica il mangiar bene, racconta il cibo e i piaceri ad esso connessi, spaziando tra notizie storiche ed aneddotica, improbabili ricette e indagando il divertente rapporto tra gola e lussuria. Letteratura e storia dell’arte, filosofia del gusto e religione, ricettari di cucina come storia delle genti, sono i saporiti ingredienti di un racconto assai gustoso e ricco di curiosità. I sapori, i modi di stare a tavola, le diverse forme “dietetiche”, le bizzarrie dei golosi, costituiscono un linguaggio, un sistema di segni che caratterizza e identifica etnie e gerarchie sociali. Nel libro c’è anche una gran carrellata di personaggi, di luoghi e di ricette divertenti. Ricche di fantasia e con le quali vale la pena confrontarsi in cucina per avere poi la soddisfazione di goderle in intimità, assaporando sapori nuovi e pensando agli afrodisiaci, per dirla con Isabel Allende, come il ponte tra Gola e Lussuria. E non solo. Se per Tommaso d’Aquino la cucina è “l’arte prima, perché nutre i mortali”, Pino Pelloni sostiene che risponde anche a quel bisogno di bello e di buono che è in ciascuno di noi e fa sua l’affermazione di Brillat-Savarin, il famoso gastronomo vissuto al tempo di Napoleone: “il Signore ha voluto colpire la creatura umana con la fame e premiarla con l’appetito”. I capitoli: Cibo ed eros, I piatti di Afrodite, Ostriche & Tartufi, L’Italia a tavola, Ricette d’Autore, In vino veritas, e altre diavolerie, Ipse dixit, Appendice, Bibliografia. Corredano il libro un saggio del professor Luca Clerici e Il Manifesto della Cucina futurista di Marinetti-Fillia.
‘La mia Capri’ sono le cronache capresi che Gian Gaspare Napolitano scrisse per il Corriere della Sera negli anni Cinquanta e Sessanta e che raccontano la vita dell’isola durante l’occupazione tedesca, l’arrivo degli americani, la dolce vita e i tantissimi personaggi che l’hanno accompagnata. Il libro raccoglie anche cinque racconti di ispirazione caprese ed è arricchito dalla prefazione di Pietro Accolti, collega dello scrittore e noto vacanziero isolano. “Il fascino di Gian Gaspare – scrive Accolti – poggiava anche, e per buona parte, sulla sua simpatia ed umanità. Era, per noi giovanissimi, nel dopoguerra romano, un idolo a portata di mano. Nessuna spocchia, il tratto semplice ed elegante, una disponibilità completa. Pronto alla camaraderie, non si rinserrava nei recinti dell’olimpo letterario, che pur frequentava, ma usciva allo scoperto dimostrando il suo interesse, e non di rado il suo affetto, a quanti erano alle prime armi nel difficile mestiere dello scrivere”.
(com.unica, 7 settembre 2016)