Juncker sullo stato dell’Unione: come salvare il grande malato?
Nel suo Discorso sullo Stato dell’Unione, il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker ha detto che il vecchio continente “non è in gran forma” e che sta vivendo “una crisi esistenziale”, riferendosi in modo particolare alle divisioni sulle politiche di accoglienza dei migranti. Tra le maggiori criticità c’è l’economia, che non cresce abbastanza. Gli altri temi centrali: la flessibilità, gli investimenti e Brexit.
I debiti restano alti, ma si sono ridotti: questo “dimostra che il Patto di stabilità ha il suo effetto, ma non deve diventare un patto di flessibilità: deve diventare un patto applicato con flessibilità intelligente”. Insomma: un’applicazione basata sulle leggi che già esistono. Junker ha poi parlato del piano d’investimenti per l’Africa e i partner dell’Est che potrà mobilizzare 44 miliardi di euro, e può arrivare a 88 miliardi se gli Stati membri parteciperanno. Per il presidente della Commissione è importante anche raggiungere l’obiettivo del raddoppio della durata e della capacità finanziaria dell’Efsi (European Fund for Strategic Investments) affinché fornisca 500 miliardi di euro entro il 2020 e 532 fino al 2022. La disoccupazione “è ancora troppo alta”, “l’Europa non è abbastanza sociale, questo lo dobbiamo cambiare” quindi “lavoreremo al pilastro dei diritti sociali”. E se anche la situazione dei debiti resta alta, essi si sono ridotti e questo “dimostra che il Patto di stabilità ha suo effetto, ma non deve diventare patto di flessibilità: deve diventare un patto applicato con flessibilità intelligente”.
Venerdì 27 settembre i capi di Stato e di governo si riuniranno a Bratislava. Il discorso di Juncker guardava al vertice slovacco dove si parlerà del futuro dell’Unione post Brexit. La Brexit, che doveva essere al centro della riunione, in assenza di decisioni da parte del governo di Londra che non invocherà l’art.50 prima del prossimo anno non sarà argomento delle conclusioni. “Il tema sarà quello di riprendere il controllo politico del futuro comune” ha detto il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. Uno dei punti fermi del rilancio dell’Europa senza la Gran Bretagna sarà la difesa comune. L’alto rappresentante, Federica Mogherini, presenterà “entro la fine dell’anno” un piano ambizioso, che permetta un maggiore coordinamento e lo sviluppo dell’industria europea della difesa.che ha chiesto la Brexit, l’Unione europea – alle prese con la crisi dei migranti ed una ripresa economica stagnante – apre il cantiere sul suo futuro.
(com.unica, 15 settembre 2016)