Due cittadini italiani rapiti in Libia. Forse si tratta di criminalità comune
Due cittadini italiani sono stati rapiti all’alba di ieri nel sud della Libia. Si tratta di Bruno Cacace, 56enne residente a Borgo San Dalmazzo (Cuneo) e Danilo Calonego, 68enne della provincia di Belluno. Con loro è stato rapito anche un cittadino canadese. Lavoravano tutti per conto di una società italiana di manutenzione dell’aeroporto di Ghat, la Con.I.Cos di Mondovì, a pochi chilometri dall’Algeria. Il rapimento per ora non è stato rivendicato da alcuna sigla.
L’area di Ghat nel sud-ovest del Paese è abitata da tribù tuareg alleate del Governo di Tripoli sostenuto dall’Onu. Per questo i commentatori locali enfatizzano la pista della criminalità comune: la polizia libica nega che nella zona sia presente l’Isis. Ora l’intelligence italiana tenterà di chiudere in fretta la trattativa per evitare un possibile passaggio di mano, scrive il Corriere.
Sul ruolo dell’Italia in Libia da segnalare oggi sulla Stampa un’intervista al segretario di Stato Usa John Kerry, che esprime un forte sostegno all’azione del governo italiano: “L’Italia sta offrendo un contributo cruciale in Libia per evitare l’instabilità e combattere il terrorismo” e sui migranti “l’Europa si muova: la sfida è globale”. Kerry ha poi così ribadito: «L’Italia ha lavorato con noi e col Governo di accordo nazionale per affrontare le minacce gemelle dell’instabilità interna e dell’estremismo straniero violento. Noi apprezziamo il sostegno cruciale che Roma ha fornito agli sforzi del governo libico, inclusa la cura dei libici feriti nella lotta contro Isis».
(com.unica, 20 settembre 2016)