Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato un messaggio ufficiale alla presidente della Unione Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica. “In un tempo di cambiamenti epocali, di straordinarie opportunità, ma anche di fanatismi e di inedite minacce alla civiltà, la cultura, nella sua pluralità, assume un valore decisivo per la difesa e lo sviluppo della nostra civiltà” – si legge nella nota del Capo dello Stato. “Una civiltà che si fonda sul rispetto dei diritti della persona, sul riconoscimento dell’inviolabile dignità dell’uomo, sulla libertà di ciascuno e, in particolare, di minoranze nell’esprimere la loro originalità e le loro differenze”. 

Nel commentare il tema scelto quest’anno per la giornata, ovvero “Le lingue ebraiche”, Mattarella ha quindi osservato: “La parola e la lingua esprimono un’identità e sono al tempo stesso strumento di confronto e di integrazione. Nella vicenda bi-millenaria della presenza ebraica nella penisola, diverse realtà territoriali recano quell’impronta – a partire dai dialetti locali -, esperienze confluite nella storia nazionale, rendendo più coesa la società, più bella la sua arte, più ampia la sua visione”. “Oggi tutte le culture e le fedi religiose sono chiamate a un dialogo decisivo per difendere i valori dell’umanità e contrastare e sconfiggere il terrorismo e la violenza”, ha ribadito Mattarella. “È l’intera società che chiede loro un contributo di valori e una testimonianza di solidarietà, che nasce dal rispetto dei diritti di ogni essere umano”.  

Quanto all’Europa, per il presidente Mattarella “può essere la palestra e il vettore di una nuova cooperazione nelle società e tra gli Stati, di un umanesimo pieno, di un ordinamento che tuteli le differenze e, al tempo stesso, solleciti la coesione sociale”. Il capo dello Stato si è infine detto “grato per questa iniziativa che accresce la civiltà del nostro Paese” ed ha rivolto il suo “augurio” e “incoraggiamento a tutte le Comunità ebraiche del nostro continente, affinché, dopo le pagine nere del Novecento, si possa continuare a lavorare insieme al cantiere della pace, della libertà, dell’amicizia”.

(Sebastiano Catte, com.unica 20 settembre 2016)

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