[ACCADDE OGGI]

Incredibile quanto afferma tale Pierpaolo Farina sul sito “Qualcosa di Sinistra” nel tentativo, a suo dire, di dimostrare l’infondatezza della attribuzione fatta a Enrico Berlinguer, segretario dei giovani comunisti prima di diventare segretario del Partito Comunista, della frase in cui il non credente Berlinguer avrebbe indicato in Santa Maria Goretti, per il coraggio e la tenacia della piccola santa, un esempio da imitare per le giovani militanti comunisti. Dice il Farina che Berlinguer nel famoso discorso dell’estate del 1951 “paragonava la giovane partigiana Irma Bandiera, torturata a morte dai nazisti per non aver voluto tradire i suoi compagni, all’oramai odierna santa, che si fece uccidere per difendere la verginità, citandole entrambi come esempi di virtù delle ragazze italiane, la prima per quelle comuniste e la seconda per quelle cattoliche”. Come a dire che Berlinguer, non credente e ateo (ma su questo ci sono dei dubbi), riconosceva nella ragazzina undicenne Maria Goretti quelle virtù che per i cattolici l’hanno portata alla santità tanto da indicarla ad esempio alle giovani comuniste sia pure nel paragone con la partigiana Irma Bandiera immolatasi per non fare i nomi dei suoi compagni.

Ma, oggi che ricorre l’anniversario della nascita, il 16 ottobre 1890 di Maria Teresa Goretti marchigiana della provincia di Ancona, è più giusto parlare di questa ragazzina piuttosto che delle frivolezze che i paraocchi ideologici limitano o addirittura offuscano la vista di tanti.

Maria Goretti è oggi la santa patrona del Comune di Latina e dell’intera Agro Pontino. E il perché è facilmente intuibile in quanto, oltre la storia nota del suo martirio in seguito al tentativo di stupro da parte del suo conterraneo tale Alessandro Serenelli, la piccola Maria con la sua famiglia e come la famiglia del suo assassino, erano immigrati nelle terre paludose dell’Agro per scappare dalla miseria delle loro terre salubri ma povere. Vi giunsero una decina di anni prima della bonifica e si insediarono nelle terre che oggi danno vita alla fiorente campagna tra i comuni di Cisterna di Latina e la frazione del capoluogo Pontino denominata Le Ferriere. Il padre della piccola Maria, ma anche Maria stessa, non fece in tempo a vedere quelle terre bonificate e restò vittima della malaria lasciando la famiglia al duro lavoro dei campi che a quell’epoca assicurava il minimo del sostentamento pur nella continua lotta per sottrarre la terra alla palude e la vita stessa alla malaria. In questa lotta si rinsaldavano i vincoli del vicinato fino a creare una continua promiscuità e naturalmente e a maggior ragione questo avvenne anche per le famiglie dei Goretti e dei Serenelli. Insieme si l’ottava per sopravvivere, insieme si mangiava quel poco che si riusciva a ricavare dalla fatica e insieme si piangeva, si rideva e si godeva. E la piccola Maria chiamata a rammendare i pantaloni del giovane Alessandro Serenelli rimase vittima delle malsane voluttà goderecce dell’amico di famiglia più grande di lei di otto anni e alle prime esperienze sessuali; un ragazzotto cresciuto tra le manie da alcolizzato del padre e la follia della madre e di un fratello. Al processo il Sarnelli dirà che si era preparato il punteruolo con il quale colpi a morte Maria nell’intento di costringerla a soggiacere alle sue voglie, ma i fatti diranno che la violenza fu causata dalla rabbia per non essere riuscito nell’intento e non solo a causa della resistenza di Maria Goretti.

Ecco una brutta storia di emarginazione e miseria che, se da un lato giustifica l’attaccamento alla figura di questa ragazzina undicenne vittima di quelle miserabili condizioni di vita prima che si provvedesse a renderle più umane e sopportabili, dall’altro dovrebbe far riflettere quanti si ostinano ad inseguire falsi percorsi di purezza ideologica.

(Franco Seccia, com.unica 16 ottobre 2016)

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