La legge di Bilancio presentata dal governo Renzi rischia di violare le regole europee, ma non viene bocciata. Come previsto, il primo giudizio della Commissione sulla manovra è attendista: Bruxelles rileva possibili “deviazioni significative” dal percorso di risanamento dei conti, il verdetto definitivo però è rinviato a inizio 2017. La Commissione è tornata ad ammonire anche la Germania per l’eccessivo surplus, invitando chi ha margini di bilancio a spendere almeno lo 0,5% del Pil a sostegno della domanda interna.

A preoccupare la Ue è soprattutto il disavanzo strutturale, che il prossimo anno tornerà a crescere. Tuttavia secondo il commissario Ue agli affari economici Pierre Moscovici “Per l’Italia il gap è più ampio” rispetto agli impegni richiesti ma “una parte significativa della deviazione” di bilancio “è associata ai costi del sisma” e alla “drammatica” situazione che si è creata “e alla gestione dei flussi migratori”, ha affermato, ribadendo che si terrà conto di questo aspetto importante. Il rigore “non è più sostenibile”, ha replicato Renzi, ieri in visita in Sardegna dove ha incontrato il presidente cineseXi Jinping: “Il rinvio a marzo è ormai una consuetudine, è avvenuto anche nel 2016 e nel 2015 – ha detto. “Spiace che la politica faccia polemica ma la procedura è sempre la stessa. Noi siamo stati dentro i margini ma abbiamo anche liberato risorse per la sanità, per le aree terremotate e per le scuole perché la stabilità europea ci interessa meno della stabilità dei nostri figli, su questo non c’è discussione. Il bilancio italiano è buono, permette di conciliare l’attenzione al debito con la crescita”. Sulle polemiche del governo con la commissione europea è intervenuto in un’intervista a Repubblica anche Romano Prodi, che ha ritenuto le critiche all’Europa eccessive, pur fondate nella sostanza: “I pugni sul tavolo servono a poco ma il premier ha ragione sulla scarsa solidarietà” ha detto l’ex primo ministro. A dar man forte al premier italiano ieri è intervenuto a Bruxelles il premio Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz, interpellato a margine di un’audizione al Parlamento europeo: “Penso che ora sia il momento di essere più flessibili, sono piuttosto sulla linea di Renzi”. Più in generale, afferma, “non credo che l’euro sia a rischio e spero non lo sia. Ciascuno deve ridefinire la propria posizione su che cos’è l’Europa. Dobbiamo discutere a fondo sul futuro dell’Europa e dei suoi elementi fondamentali”.

Intanto prosegue in Parlamento il percorso della manovra. Ieri la Camera ha approvato il decreto fiscale che abolisce Equitalia e cancella le cartelle esattoriali, che ora passerà al Senato. Renzi, in visita in Sicilia, ha ribadito che le aziende del Sud e della Sardegna che metteranno sotto contratto giovani o disoccupati non pagheranno i contributi neppure nel 2017. 

(com.unica, 17 novembre 2016)

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