Spread, turbolenze e referendum: l’allarme della Banca d’Italia
La Banca d’Italia prevede un picco di instabilità del mercato azionario italiano a dicembre, in concomitanza con il referendum sulla riforma costituzionale. Il rischio sarebbe favorito dalle massicce vendite di titoli bancari che si sono avute da inizio anno, mentre la ripresa economica, per ora, non si riflette sul mercato del credito, scrive oggi il Sole 24 Ore. Ieri Piazza Affari ha chiuso a -1,75%, la peggiore tra le Borse del continente, mentre lo spread ha superato quota 180 punti. Se la previsione di Bankitalia sarà confermata si prospettano tempi ancora più difficili per le banche italiane, alle prese con operazioni di ricapitalizzazione estremamente complesse, come nel caso Montepaschi.
Sul fronte bancario si registra anche l’intervento Mario Draghi al Congresso delle banche europee a Francoforte, dove ha affermato che il settore deve essere “ben regolamentato” per evitare nuove crisi finanziarie (Corriere). Un’affermazione allineata a quelle della presidente della Fed Janet Yellen e che auspica un’azione comune dei banchieri centrali contro la deregulation e la concorrenza sleale. Draghi ha sottolineato inoltre che dopo la crisi finanziaria globale il 2016 è il primo anno pieno in cui il Pil dell’area euro è salito sopra i livelli pre-crisi. Tuttavia, pur in presenza di molti segnali incoraggianti “la ripresa dipende ancora dal sostegno monetario”, ribadisce il governatore della Bce. Draghi ha poi aggiunto che “il problema oggi è più legato alla redditività che alla robustezza dei bilanci, da quando il grado di copertura patrimoniale si avvicina al 50% e molto del resto è collateralizzato”.
Tornando al tema caldo del referendum, a 15 giorni dal voto arriva l’ultimo sondaggio prima dello stop pre-elettorale, realizzato da EMG Acqua per Tg La7, secondo cui il No è al 40,1%, in vantaggio di circa cinque punti percentuali sul Sì alla riforma costituzionale. Il premier Renzi ha dichiarato al riguardo – nel corso della conferenza stampa per “celebrare” i mille giorni a Palazzo Chigi – che in caso di vittoria del No, ci sarà una verifica della situazione politica, ma che non intende “usare la paura” per scopi elettorali.
(com.unica, 19 novembre 2016)