L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, esprime oggi “profonda preoccupazione” per la condizione della popolazione civile ad Aleppo, in Siria. Alla luce delle migliaia di persone in fuga dalla parte orientale della città, l’attenzione dell’UNHCR è rivolta al crescente bisogno di rifugio. Molti di coloro che sono fuggiti dai quartieri orientali – riferisce l’Agenzia – sono ora in edifici non finiti o parzialmente distrutti. Condizioni igieniche pessime e sovraffollamento rappresentano già sfide importanti in una città congestionata e con pochi spazi aperti.

L’UNHCR ha fornito tende, kit per la costruzione di ripari e kit per sigillare le coperture così da rispondere ai bisogni più urgenti delle persone e migliorarne le condizioni di vita. L’Agenzia ONU sta anche lavorando con i propri partner per riabilitare rapidamente le strutture abitative in vista del calo delle temperature. Cibo, acqua, cure mediche e altri beni sono distribuiti dall’UNHCR e dai suoi partner insieme ad abbigliamento invernale e altri beni di prima necessità. L’Agenzia ONU per i rifugiati dispone di forniture di emergenza di beni non alimentari, tra i quali coperte e tende per 45.000 persone ad Aleppo occidentale, che possono essere rifornite in breve tempo. Da settembre, l’UNHCR ha dato supporto a 838.092 persone in Siria, inclusa anche la città di Aleppo, fornendo aiuti per l’inverno, tra cui coperte termiche, sacchi a pelo, teli di plastica e abbigliamento.

Si stima che circa 30.000 persone siano fuggite solo negli ultimi giorni. In tutto sono circa 400.000 le persone sfollate che si trovano oggi ad Aleppo occidentale. Nell’area industriale di Jibreen, i recenti arrivi sono andati ad aggiungersi alle circa 55.000 persone che erano già fuggite dai combattimenti negli ultimi mesi. L’area ha ormai raggiunto la capacità massima. Da una valutazione inter-agenzie delle Nazioni Unite condotta a Jibreen è emerso che il 60-70 per cento dei nuovi arrivati sono donne e bambini. Grazie alla collaborazione con i partner sul terreno, è stata completata in quest’area una grande struttura d’accoglienza. Ulteriori lavori per aumentare le possibilità di riparo saranno effettuati non appena gli edifici saranno dichiarati sicuri.

Sono fortemente danneggiati gli edifici nei comprensori abitativi 1070 e Rayiada – zone residenziali non finite dove gli sfollati sono stati ospitati fino ad agosto 2016 – nella parte sud-occidentale di Aleppo controllata dal governo. L’UNHCR aveva precedentemente adeguato oltre 5.000 rifugi nel distretto 1070. Alcuni sono ora a rischio di crollo e sono in corso lavori di riabilitazione delle strutture. Molte migliaia di persone senza cibo, acqua e riparo che si trovano ad Aleppo orientale sono ancora irraggiungibili, mentre le temperature scendono e il conflitto imperversa. Insieme ad altri partner delle Nazioni Unite, l’UNHCR continua a chiedere la fine delle ostilità per consentire canali sicuri per il passaggio delle persone e la consegna degli aiuti umanitari.

(Aise, 3 dicembre 2016) 

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