Domenica 11 dicembre, alle ore 18, al Teatro Aleph di Roma (Vicolo del Bologna, 72, Trastevere) di scena “Male detto Céline” di Stefano Lanuzza nell’adattamento e lettura scenica di Marco Palladini.

Louis Ferdinand Auguste Destouches in arte Céline è uno dei più grandi scrittori del XX secolo. Basterebbe a decretare la sua imperitura fama il libro d’esordio: Voyage au bout de la nuit del 1932. Ma Céline è anche uno degli autori più malfamati dello scorso secolo a causa di un paio di libelli di intonazione antisemita scritti prima della seconda guerra mondiale. Caso, dunque, esemplare di enorme artista, nutrito però (anche) di sentimenti riprovevoli.

Stefano Lanuzza ha dedicato allo scrittore francese molti, acuti libri critici tra cui “Maledetto Céline – un manuale del caos” (Stampa Alternativa, 2010) che si apre con un racconto autobiografico, come una confessione recitata in prima persona dall’autore di Morte a credito. La naturale teatralità di questo testo mi ha sedotto e indotto a adattarlo e a farmene interprete, laddove qui Céline si difende e attacca, spiega e sproloquia, si abbatte e si esalta, mescolando lampi fulgidi della sua arte e i tanti tornanti dolorosi e, anche, miseri della sua esistenza. Gli scrittori della ‘contraddizione’ mi attirano irresistibilmente, così dopo aver inscenato de Sade e Artaud, con Céline ho inteso chiudere un’ideale trilogia di grandi maudits d’oltralpe, autori al fuoco della controversia, i quali anche attraverso le loro cadute e ‘infamie’ hanno saputo allargare il nostro immaginario e portarlo a dialetticamente confrontarsi con il fondo oscuro, digrignante, melmoso, insanabile dell’essere dell’uomo.

(com.unica 3 dicembre 2016)

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