Crisi siriana: gli Usa provano a convincere la Russia ad abbandonare Assad
Dopo il bombardamento americano di venerdì, la base siriana di Al-Shayrat è tornata operativa: da lì alcuni caccia siriani sono partiti per bombardare obiettivi nella zona di Idlib. L’aviazione americana ha continuato le sue operazioni militari, nonostante le minacce russe, a sostegno dei combattimenti curdi contro l’Isis vicino a Raqqa. In un raid però, in un villaggio a 25 km dalla capitale dello Stato islamico sono rimasti uccisi, denuncia l’Osservatorio siriano per i diritti umani, anche 20 civili, tra cui quattro bambini. Il ministro del Tesoro americano Steven Mnuchin ha annunciato che ci saranno ulteriori sanzioni sulla Siria. “Ci aspettiamo che abbiano un effetto importante, impedendo alle imprese di fare affari con Damasco”.
Il Pentagono ha fatto sapere che si sta indagando a fondo sulle possibili complicità russe nel raid imputato ad Assad. Allo stesso tempo gli Usa ora starebbero tentando di convincere la Russia ad abbandonare Assad in cambio di un governo in grado di garantire gli interessi di Mosca nell’area. È stata confermata la visita del segretario di Stato Usa Rex Tillerson, che ieri ha discusso al telefono della situazione siriana con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. L’idea è quella di rilanciare un negoziato aperto a tutti le formazioni combattenti siriane, esclusi naturalmente l’Isis e gli altri gruppi islamisti radicali. In fondo è quello che chiedono da molto tempo l’Onu, l’Unione europea, la Turchia. In cambio gli americani sarebbero pronti a dare le assicurazioni necessarie ai russi. Anche se poi resterebbe da affrontare il confronto con l’Iran, l’altro sponsor di Assad. Secondo Reuters, l’azione Usa potrebbe essere il primo atto di una “dottrina Trump”: resta da capire il vero obiettivo di questa politica. Per il New York Times, l’unico elemento certo è l’improvvisazione.
Pyongyang, dal canto suo, ha dichiarato che “l’attacco Usa è stato un’imperdonabile aggressione contro uno Stato sovrano” e che questo atto conferma che la decisione di creare un arsenale nucleare sia “un milione di volte giusta”.
(com.unica, 9 aprile 2017)