La pratica mindfulness a scuola
Negli Stati Uniti, a Baltimora, nello stato del Maryland, c’è una scuola elementare, o primaria secondo la nomenclatura italiana attuale, in cui le sanzioni e le sospensioni sono state sostituite da programmi di mindfulness. Questa scuola modello è la “Robert W. Coleman School” ed è considerata in assoluto la scuola migliore. Gli studenti intemperanti o dal comportamento problematico vengono inviati alla “mindful moment room”, una bella stanza colorata in cui i bambini ritrovano la calma, meditano e fanno esercizi di respirazione. Se ne sentono il bisogno possono parlare con psicologi comportamentali. Questo programma poliedrico, chiamato Holistic-Me, avviato in collaborazione con una associazione no-profit, la Holistic Life Foundation, ha dato risultati straordinari, facendo registrare una importante diminuzione dei comportamenti-problema, tanto che nei due anni della durata della sperimentazione non sono stati assegnati giorni di sospensione agli studenti. Il programma fornisce anche attività di arricchimento nel dopo-scuola, come laboratori di fabbricazione digitale (makers space), lavorazione del legno, laboratori per l’ambiente e l’ecologia. Nell’ambito delle risorse umane, la costruzione di gruppi di lavoro (team building), arti e imprenditorialità, ma anche attività come basket, arti marziali, danza, musica e strumenti a percussione come lo steel pan (tamburo d’acciaio).
I ragazzi che partecipano al programma Holistic-Me imparano la mindfulness, una combinazione di yoga, pratiche di consapevolezza, meditazione, centratura del Sé e respirazione. Acquisiscono competenze nella risoluzione pacifica dei conflitti, una maggiore attenzione e consapevolezza delle emozioni, maggiore controllo sui pensieri e migliore gestione della rabbia, con una conseguente riduzione dello stress e raggiungimento della calma interiore. Imparano le abilità di base dello sport e le condizioni essenziali per avere una buona forma fisica ed essere in salute. Imparano a lavorare in squadra e ad apprendere come ogni loro azione abbia una ricaduta ambientale, e di come, viceversa, l’ambiente abbia un impatto su di loro. In sintesi, come le loro attività siano interconnesse col mondo e non solo con il quartiere in cui vivono. Gli studenti ricevono anche aiuti supplementari in materie come matematica, arte, lingua e scienze attraverso l’assistenza nei compiti a casa e nel tutoraggio uno-a-uno. Alcuni studenti, dopo la laurea partecipano come volontari al programma Holistic-Me, offrendosi come tutor e come insegnanti yoga. I ragazzi hanno avviato cooperative di pulizia e tutela del verde, pianificato progetti per il rinverdimento dello spazio intorno alle loro case e costruito un orto sul tetto della loro scuola.
Mindfulness è la traduzione inglese di “sati” che in lingua Pali, la lingua usata dal Buddha, significa consapevolezza, prestare attenzione in modo sollecito, intenzionale e assolutamente non giudicante, ma presente, all’esperienza del momento, al qui e ora, sfuggendo alle esperienze eccitanti e alla dipendenza che provocano. Abilità che vengono coltivate con la meditazione. Non si tratta di una tecnica di rilassamento, né di accettazione passiva o di accoglienza acritica di quello che accade. Si tratta della capacità progressiva di vivere il momento presente, accogliendo anche il disagio e la sofferenza che inevitabilmente si sperimenta nella vita quotidiana, senza respingere il dolore ma trasformandolo in occasione di crescita e di rielaborazione creativa. La consapevolezza, la mindfulness, offre la possibilità di fare spazio a ciò che non piace, che turba, che fa soffrire, lasciando andare tutto il malessere e il tormento, sentendosi meno oppressi e condizionati. In questo modo si aprono le vie ad altre possibilità, altre soluzioni, altri modi più efficaci di risolvere i problemi, anche attraverso intuizioni creative. Non è la realtà esterna che deve cambiare, ma l’individuo stesso a livello cognitivo ed emotivo, per correggere gli errori che la mente umana commette di frequente quando non è allenata e disciplinata. La via è quindi prima di tutto la pratica, coltivata con disciplina giorno dopo giorno, imparando ad ancorare la mente all’esperienza presente, liberandosi da proiezioni, incomprensioni, errori e pensieri ruminativi, responsabili dell’innesco dei circoli viziosi e delle ricadute. Le applicazioni della mindfulness sono iniziate nell’ambito clinico nel 1979, con le ricerche del dottor Jon Kabat-Zinn, professore di medicina presso l’Università del Massachusetts. In seguito tuttavia le applicazioni si sono estese all’ambito educativo e organizzativo, come idea di uno stile di vita più salutare e consapevole. L’ambiente scolastico risulta essere quello più adatto per le applicazioni preventive ed educative della mindfulness in età evolutiva. Da un lato infatti si possono aiutare i bambini in difficoltà a sviluppare le abilità cognitive, dall’altro si fornisce lo strumento per l’apprendimento di quelle competenze prosociali utili alla cittadinanza: aiutare i compagni, offrire spontaneamente sostegno affettivo, condividere giochi, curiosità ed esperienze, che si sono rilevate essere decisive nel sostenere un percorso scolastico di successo e nel contrastare tendenze aggressive e depressive.
S. Van der Oord, S.M. Bogels e D.Peijnenburg nel 2012 condussero uno studio sui bambini affetti da ADHD (iperattività e disturbo attentivo) e i loro genitori. Secondo i dati raccolti, la pratica di mindfulness ha effetti positivi sull’autocontrollo e l’inibizione delle risposte automatiche. Attraverso gli esercizi di respirazione, di consapevolezza corporea e di sensibilizzazione sensoriale, associati a yoga e mediazione i bambini che avevano aderito al programma avevano imparato a concentrarsi e ad applicare la consapevolezza ai comportamenti-problema. Gli autori inoltre proposero alle famiglie un percorso di Mindful Parenting: grazie al training i genitori impararono ad essere presenti nel qui ed ora dei figli, rispondendo positivamente ai comportamenti inadeguati, accettando le problematicità in maniera costruttiva, incoraggiando i figli a fare meditazione. Impararono soprattutto a prendersi cura di se stessi e a gestire lo stress.
La scuola è lo spazio dove i bambini trascorrono la maggior parte del tempo, pertanto è il luogo elettivo dove insegnare la pratica mindfulness e verificarne i benefici, sia a livello individuale che di gruppo. La pratica meditativa può essere trasmesse già nell’infanzia e i bambini possono migliorare la risposta emotiva di fronte alle frustrazioni imparando a mantenere la calma, ad ascoltare se stessi e le proprie sensazioni. Prestando attenzione al momento presente si abbassa il livello di agitazione e si annulla la risposta impulsiva, riuscendo ad essere più empatici e cooperativi con gli altri.
In Italia un progetto di mindfulness è stato attivato nel 2016 nelle scuole del territorio di Bergamo dalla dottoressa Pia Barbato, Professional Counselor, responsabile del Centro Counseling Integrato di Scanzorosciate (Bg), insieme al dottor Maurizio Tomio, responsabile della sezione Mindfulness Bergamo del Centro.
(Nadia Loreti, com.unica 20 aprile 2017)