Matteo Renzi vince le primarie e riprende la segreteria del Partito democratico, con il 71,1% dei voti. Nettamente staccati gli avversari, Andrea Orlando (21,1%) e Michele Emiliano (7,8%). Scongiurato lo spettro dell’astensione: hanno votato circa 2 milioni di persone, uno meno del 2013 ma il doppio delle attese. Domenica 7 maggio l’Assemblea Nazionale ufficialmente darà il via al mandato 2017-2021 della nuova segreteria. In quella sede l’ex premier illustrerà le proposte di lavoro ai mille delegati. “Umiltà e responsabilità significa che c’è un grande lavoro da fare e con Maurizio Martina lo faremo volentieri. Lo faremo con l’impegno e la passione che ci riconoscono anche i nostri avversari. Lo faremo insieme a voi” ha scritto Matteo Renzi sulla sua newletter settimanale.

Che succede ora? Anzitutto Renzi deve convincere gli italiani di aver compreso gli errori, scrive Massimo Franco sul Corriere. L’ex premier e il ministro Martina hanno garantito sulla vita del governo, ma non passa inosservato il richiamo a “non sappiamo il giorno in cui voteremo” (La Stampa). Evitiamo la tentazione delle elezioni anticipate, esorta il direttore di Repubblica Calabresi.

(com.unica, 1 maggio 2017)

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