Il direttore del Fbi, James Comey, sarebbe stato licenziato pochi giorni dopo aver chiesto al Dipartimento di Giustizia più risorse per indagare sulle interferenze della Russia nella campagna elettorale americana. Il Washington Post racconta che era in corso un conflitto tra Comey e il presidente Donald Trump, il quale non avrebbe condiviso lo controindagini sulle influenze di Mosca nelle elezioni.

La “giusta causa”: Trump ha giustificato il licenziamento del capo del Fbi dicendo che non stava facendo un buon lavoro. Il leader dei democratici al Senato americano, Charles Schumer, intervenendo in aula sul licenziamento del numero uno dell’Fbi, ha chiesto che le indagini sul Russiagate siano affidate a un procuratore speciale. In queste ore sono molte le richieste bipartisan in Congresso anche di istituire una commissione speciale. E dal Senato è arrivata la richiesta formale dei documenti che riguardano l’ex consigliere di Trump Michael Flynn (Bbc).  I repubblicani invece fanno muro contro qualsiasi nuova indagine sulle interferenze russe nelle presidenziali americane, come chiesto dai Democratici, che hanno sollecitato un procuratore speciale. Mitch McConnell, leader della maggioranza del Grand Old party al Senato, ha detto che i repubblicani non sosterranno alcuna richiesta in questo senso, spiegando che una nuova inchiesta servirebbe solo ad ostacolate quelle gia’ in corso.

Mentre esplodeva il caso Comey, ieri Trump ha incontrato il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov a Washington, rilanciando la cooperazione dei due Paesi sulla Siria (LATimes). Intanto le Forze democratiche siriane appoggiate dagli States hanno conquistato la diga di Tabqa, 40 chilometri a ovest di Raqqa, capitale del Califfato.

(com.unica, 11 maggio 2017)

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