Belt and Road: la nuova via della seta cinese
Pechino inaugura al Belt and Road Forum per la cooperazione internazionale un piano da mille miliardi di investimenti in infrastrutture per connettere la seconda economia globale al resto dell’Asia e dell’Europa: una sorta di nuova via della seta con cui la Cina si propone di guidare la nuova fase della globalizzazione. Si tratta di un progetto che punta a ridisegnare l’ordine economico mondiale, scrive il New York Times. Presenti 28 capi di Stato e di governo e i ministri di una settantina di Paesi, tra cui gli Stati Uniti di Trump così come Vladimir Putin, oltre ai leader di Onu, Banca Mondiale e Fondo monetario internazionale. Grande assente il vero avversario d’area, l’India (Reuters).
Al forum è presente anche il nostro presidente del Consiglio Paolo Gentiloni che intravvede nel forum l’occasione per il nostro paese di essere protagonista di un progetto di sviluppo infrastrutturale in una delle aree strategiche del pianeta. Già nella definizione del disegno vi era nelle intenzioni del governo di Pechino un “impegno solenne di cui beneficeranno tutti i popoli del Pianeta”. Il progetto rappresenta l’incarnazione del Sogno Cinese di “rinascita” ed è legato al piano di innovazione del settore manifatturiero “Made in China 2025”. La nuova Via della Seta, sottolinea oggi l’Agi, “ambisce a migliorare la connettività attraverso questi sei corridoi economici di trasporto multimediali”, ha spiegato Marco Marazzi , presidente di Easternational, il nuovo think tank con focus sulla Via della Seta che il 9 maggio a Bologna ha promosso insieme a BPER Banca il convegno “Belt and Road Initiative: opportunità per le imprese italiane”. Attenzione però a non confondere il progetto cinese con un nuovo piano Marshall: “Il progetto presuppone il coinvolgimento di altri Paesi anche in fase decisionale su progetti specifici – ha sottolineato Marazzi – con l’obiettivo di stimolare l’integrazione economica euroasiatica. Per la Cina il progetto servirà anche a indirizzare la sovraccapacità produttiva verso nuovi mercati”.
A rovinare l’autocelebrazione cinese è arrivato un test missilistico nord coreano, i cui delegati peraltro erano seduti al Forum (Corriere). Stati Uniti, che accusano Pyongyang di essere in “stato di paranoia”, e Giappone hanno chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell’Onu (Bbc).
(com.unica 15 maggio 2017)