L’odissea dei militari polacchi dalla prigionia in Siberia alla battaglia di Montecassino

Presentato a Roma, presso l’Istituto Polacco di Roma, il libro di Adam Kurlowicz “I soldati di Anders” (pubblicato da Marlin Editore, a cura di Aldo Kurlowicz). Si tratta di una pagina poco conosciuta della nostra storia, le vicende del II Corpo d’Armata polacco, dalla prigionia in Siberia alla battaglia di Montecassino e di giovani valorosi che offrirono la loro vita per liberare l’Italia.

In un testo struggente, ricco di pathos, un giovane polacco di Wilno raccoglie le sue memorie di guerra, dall’arruolamento in Polonia a fine agosto 1939, fino all’arrivo a Bologna nell’aprile del 1945. Fatto prigioniero dall’esercito russo, l’autore descrive il lungo viaggio verso l’inferno siberiano e i quattordici mesi di prigionia. Nella fredda e desolata taiga la fatica (ben dodici ore di lavoro al giorno), il dolore, la paura, assalgono lui e i suoi compagni, come morsi di lupi affamati. L’entrata in guerra dell’URSS contro la Germania di Hitler cambia le sorti dei prigionieri polacchi. Formata una nuova Armata sotto il comando del generale Anders, i soldati attraversano l’Asia centrale, il Medio Oriente e dal porto di Alessandria raggiungono l’Italia. Qui sono protagonisti della sanguinosa battaglia di Montecassino. Successivamente l’Armata prosegue il suo lungo cammino e, sfondata la Linea Gotica, arriva a Bologna, dove la coglie la notizia che le truppe tedesche si sono arrese agli alleati. I soldati di Anders hanno offerto il loro sangue per la libertà del popolo italiano. Tra pagine illuminate da suggestive descrizioni paesaggistiche e delicati ricordi d’amore, il sacrificio di questi uomini lascia profonde tracce nell’anima. Tra il numeroso pubblico presente anche la figlia del generale Władysław Anders, la senatrice polacca signora Anna Maria Anders Costa.

(com.unica, 17 maggio 2017)

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