La Bce lascia i tassi invariati, nessuna modifica al Quantitative Easing
Niente sorprese dal consiglio direttivo della Bce. L’Eurotower ha lasciato i tassi di interesse invariati e ha fatto sapere che resteranno tali “per un prolungato periodo di tempo” (Repubblica). Nessuna modifica neanche per il Quantitative Easing. Ma la Bce ribadisce che, in caso di peggioramento dello scenario economico, il piano di acquisti potrebbe essere aumentato.
Mario Draghi ha chiesto ai mercati di essere pazienti e saper attendere. E anche se sulla riduzione del programma di stimoli “non c’è una data”, se ne dovrebbe cominciare a discutere in autunno (HuffPost). Il prossimo meeting è previsto per il 7 settembre, a due settimane dalle elezioni tedesche (La Stampa). «L’ultima cosa che il consiglio direttivo vuole – ha spiegato il governatore della Bce – è un inappropriato irrigidimento delle condizioni monetarie», mentre l’apprezzamento del cambio effettivo – oggi ai massimi da inizio gennaio 2015 – ha ricevuto attenzione nella discussione del consiglio. Dopo le parole di Draghi, vi è stata una reazione positiva da parte dei mercati. La moneta unica è arrivata ai massimi da gennaio 2015 a quota 1,16 dollari (Sole24Ore).
Intanto il debito italiano nel primo trimestre 2017 è salito al 134,7% del Pil e si conferma il più alto dell’Ue dopo la Grecia (Ansa). Si deve però sottolineare che nei giorni scorsi la Banca d’Italia aveva rivisto al rialzo le stime di crescita del pil, indicando un più 1,4 per cento per il 2017 (rispetto al precedente 0,9 per cento di gennaio) e un aumento dell’1,3 per cento nel 2018 e dell’1,2 per cento per il 2019, anno in cui l’Italia dovrebbe, finalmente, recuperare interamente il terreno perduto con la crisi del debito sovrano del 2011.
Sullo sfondo i negoziati per l’uscita del Regno Unito dall’Ue: il secondo round è terminato con pochi progressi. Uno dei principali punti di disaccordo riguarda i diritti dei cittadini (Bloomberg). Il capo negoziatore europeo Michel Barnier ha esortato Londra a chiarire la propria posizione anche sulle pendenze finanziarie. I britannici potrebbero perdere il diritto di vivere in un altro Paese europeo, scrive il Guardian.
(com.unica, 21 luglio 2017)