Ancora tensione dopo lo sgombero forzato dei migranti a Roma
La polizia in assetto antisommossa ha disperso ieri mattina un centinaio di migranti etiopi ed eritrei, in maggioranza rifugiati e richiedenti asilo, che dormivano nelle aiuole di piazza Indipendenza, dopo lo sgombero del palazzo occupato in cui alloggiavano in via Curtatone. Per lo sgombero sono stati usati idranti e manganelli perché, hanno dichiarato le forze dell’ordine, i migranti avrebbero aggredito gli agenti con sassi, bottiglie e utilizzato bombole di gas aperte (La Stampa).
Due persone sono state fermate, mentre diverse donne hanno dichiarato di essere state “manganellate e prese per i capelli”. Unicef Italia denuncia “bambini caricati sui pullman e portati in questura”. Medici senza frontiere ha trattato sul posto 13 presone rimaste ferite. La Procura aprirà un fascicolo per tentato omicidio e resistenza a pubblico ufficiale. (Repubblica). In un video diffuso da Repubblica, un funzionario della celere avrebbe detto: “Se tirano qualcosa, spaccategli un braccio”. La Questura di Roma apre “una formale inchiesta dopo la visione dei filmati pubblicati su alcuni siti che riportano una frase di un operatore che invita ad usare metodi violenti in caso di lancio di sassi”. Lo rende noto in un comunicato in cui si precisa che “nelle successive contro manifestazioni le unità impiegate in quel contesto non sono state ulteriormente utilizzate nel servizio di ordine pubblico”. Nel filmato un funzionario dice ai suoi uomini sui migranti “devono sparire, se tirano qualcosa spaccategli un braccio”.
E l’amministrazione dov’è? L’assessore ai servizi sociali di Roma, Laura Baldassarre, non è stata raggiungibile per tutta la mattinata, nota Internazionale, così come i tavoli istituzionali sull’immigrazione aperti in Campidoglio sono tutti naufragati. Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti Umani del Senato, accusa l’amministrazione di “latitanza irresponsabile” (Ansa):”Per il secondo giorno consecutivo, la polizia è intervenuta per sgomberare il palazzo che, da anni, ospita centinaia di profughi eritrei, in via Curtatone a Roma. Come era facile prevedere, considerate l’assenza di qualunque proposta alternativa e l’irresponsabile latitanza dell’amministrazione comunale, ne sono derivati feriti e violenze”. “Nel corso della mattinata – sottolinea -, la situazione continua ad essere molto tesa e a dar luogo a scontri. Si tenga presente che tra le persone sgomberate si trovano numerosi anziani, donne, bambini e portatori di handicap e che tutti gli eritrei sono titolari dello status di rifugiato o della protezione internazionale. Di fronte a tutto ciò – aggiunge Manconi -, la giunta comunale tace e si sottrae a qualunque responsabilità: nessun suo rappresentate è presente mentre tutto ciò accade e, dopo estenuanti trattative con la prefettura, la sola proposta riguarda poche decine di posti. Capisco che Sindaca e membri della giunta siano in tutt’altre faccende affaccendati, presi dal rutilante carosello degli assessorati e dall’esaltazione partitocratica del gioco delle nomine e delle deleghe, ma qualcuno deve pur ricordare che queste centinaia di profughi sono, anche loro, abitanti di Roma. E che quella politica per la casa, promessa dal Comune e di cui non si è vista finora una minima traccia, deve riguardare anche loro”, conclude. Le associazioni umanitarie, che insieme a giornalisti e rappresentanti delle associazioni per il diritto alla casa hanno presidiato il sit-in, si dicono indignate e sconfortate, scrive Internazionale. Spiega un rappresentante dell’Unhcr (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati): “Desta particolare preoccupazione l’assenza di soluzioni alternative per la maggioranza delle persone sgomberate. La situazione di grave disagio e marginalità in cui vivono migliaia di rifugiati, incluse molte famiglie con bambini, in insediamenti informali e occupazioni si protrae ormai da molti anni rendendo urgente la messa in atto di concrete strategie di intervento sociale per tali contesti”.
Sugli scontri avvenuti in piazza Indipendenza a Roma, tra migranti e poliziotti ha fatto sentire la sua voce anche Gianni Tonelli, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap), che ha lancito accuse molto nette nei confronti del governo: “Gli errori del Governo con le sue scelte scellerate in materia di immigrazione, ricadono sempre sulla Polizia che è chiamata a fare per strada il lavoro sporco senza alcuna tutela” – ha dichiarato. “È una situazione ingestibile – continua ancora Tonelli – e credo non si tratti di incapacità di Governo, ma di scelte determinate con coscienza e volontà. Colpire gli agenti intervenuti a Roma con sassi, bombole e bottiglie è violenza. Non ha nulla a che vedere con l’integrazione”.
(com.unica, 25 agosto 2017)