Venti di guerra in estremo oriente dopo il lancio del missile coreano
È ancora alta la tensione nel quadrante asiatico dopo che ieri la Corea del Nord ha lanciato un missile balistico verso il Giappone. Le forze armate della Corea del Sud hanno sganciato otto bombe vicino al confine con Pyongyang (Independent). E ora si attendono le mosse di Kim Jong-un. Secondo i media nordcoreani quello di ieri è solo il “preludio” e il prossimo obiettivo è l’isola di Guam.
Il nodo giapponese. Il presidente americano Donald Trump, dopo aver parlato con il premier giapponese Shinzo Abe, ha detto che “tutte le opzioni sono sul tavolo” (Cnn). I due leader hanno concordato che la Corea del Nord rappresenta una “minaccia diretta, grave e crescente” per Usa, Giappone e Corea del Sud (SkyTg24). Ma Tokyo sembra avere poche scelte per rispondere al regime di Kim (Foreign Policy) non fosse altro perché, per via delle convenzioni e degli accordi internazionali, non ha un esercito regolare ma solo Forze di autodifesa (Foglio). Anche il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha condannato le “provocazioni” di Pyongyang, ma senza parlare di nuove sanzioni.
In tutto questo non mancano ovviamente i distinguo. Cina e Russia hanno invitato le parti a mantenere l'”autocontrollo” e hanno chiesto che il sistema antimissile americano non venga dispiegato nella Corea del Sud. Non solo sia Mosca che Pechino hanno bocciato la strategia delle sanzioni e chiesto che queste vengano sospese per individui e aziende del regime nordcoreano.
(com.unica, 30 agosto 2017)