A Gianluca Scroccu il Premio Giacomo Matteotti per la saggistica
Il prestigioso riconoscimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la sua opera su Antonio Giolitti
Gianluca Scroccu, dottore di ricerca in Storia contemporanea dell’Università di Cagliari, è uno dei due vincitori ex aequo della sezione Saggistica dell’edizione 2017 del Premio Giacomo Matteotti, prestigioso riconoscimento assegnato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri ad opere che illustrano gli ideali di fratellanza tra i popoli, di libertà e giustizia sociale che hanno ispirato la vita di Giacomo Matteotti.
La Commissione giudicatrice ha scelto il volume di Scroccu dal titolo “La sinistra credibile – Antonio Giolitti tra socialismo, riformismo ed europeismo” edito da Carocci, che a dicembre dell’anno scorso gli era valso la vittoria della sezione Biografie del Premio Fiuggi-Storia, promosso dalla Fondazione Giuseppe Levi-Pelloni.
La cerimonia di premiazione è stata fissata per il 12 ottobre, alla presenza del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Maria Elena Boschi, del Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Paolo Aquilanti, e degli altri componenti della Commissione.
Classe 1977, Gianluca Scroccu si trova attualmente a New York per una fellowship al Remarque Institute, impegnato in un progetto di ricerca sull’influenza della religione civile nell’azione politica dei presidenti degli Stati Uniti tra XX e XXI secolo.
Il libro dedicato ad Antonio Giolitti, al di là del grande valore metodologico, ha un duplice merito: quello di far emergere una figura di grande rilievo della sinistra italiana e di ripercorrere, attraverso il percorso umano e politico del protagonista (dalla militanza nel Pci a quella nel Psi) un lungo periodo storico che va dalla guerra di liberazione dal nazifascismo fino al 2010, anno della morte di Giolitti all’età di 95 anni.
Nel testo, oltre alla storia politica del nostro paese c’è soprattutto quella della sinistra italiana, con le sue luci e le sue ombre, caratterizzata da ricorrenti contraddizioni e da forti aspettative in gran parte mancate. Si può affermare che Antonio Giolitti abbia in un certo senso incarnato i valori di quella sinistra ideale che molti avrebbero desiderato vedere maggioritaria anche in Italia, profondamente ancorata alla grande tradizione del socialismo democatico europeo, in grado di saper coniugare al meglio idealità e capacità di governo, pragmatismo e lungimiranza.
Proprio per questo la figura di Giolitti è in un certo senso atipica nel panorama politico italiano. È quella infatti di una personalità che, come pochissime altre – lo ha evidenziato Giuliano Amato in occasione della recente presentazione del libro di Scroccu nella sede della Treccani a Roma – ha saputo nutrire costantemente di cultura la sua azione politica. Da ragazzo Giolitti poté frequentare assiduamente la grande biblioteca di suo nonno Giovanni e la sua formazione giovanile era basata soprattutto sui grandi classici della letteratura e della filosofia europea, il che gli permise di acquisire una forma mentis scevra dai pesanti condizionamenti ideologici del marxismo, a cui si accosterà più tardi. Chi lo ha conosciuto ne ha parlato come di una persona dotata di intransigente dirittura morale, lontana dagli eccessi di una politica tutta proiettata nel presente e refrattaria alla logica del potere fine a se stesso e da conquistare ad ogni costo.
Scroccu ha sottolineato come la sua figura sia da porre al centro dell’attenzione delle giovani generazioni come modello di riferimento ideale, in particolare in un periodo (come quello che stiamo attraversando) in cui la classe politica nel suo complesso sta offrendo prove tutt’altro che lusinghiere sotto ogni profilo.
(Sebastiano Catte, com.unica 18 settembre 2017)