Mattarella ricorda lo storico Melograni
L’incontro promosso da Paola Severini, presidente dell’Archivio Storico Melograni, a cinque anni della sua scomparsa.
Lunedì 30 ottobre (Accademia Nazionale dei Lincei, ore 17) Paolo Portoghesi, alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella, onorerà la memoria dello storico italiano scomparso cinque anni fa, in compagna del Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani e del Presidente dell’Associazione Italiadecide, Luciano Violante.
Quaranta anni fa veniva pubblicata la prima edizione del Saggio sui potenti di Piero Melograni, il pamphlet che ha ispirato questo ricordo.“… Gli uomini, divinizzano troppo spesso il potere. Attribuiscono ai capi una facoltà pressoché illimitata di modificare la storia del mondo. Immaginano che i governanti esercitino un pieno controllo sulla politica, sull’economia, sulle burocrazie, sugli apparati militari. Ma si ingannano. La realtà del potere è diversa dalle apparenze. Un capo conosce molto poco il mondo che lo circonda, e molto poco riesce a trasformarlo. Quanto più grandi sono le responsabilità che un capo si assume, tanto più grandi sono gliostacoli che egli incontra nel conoscere e nell’agire. Il potere risiede fuori dai palazzi dei capi, nelle grandi forze spirituali e materiali che si agitano nelle società. Ciò che accade all’interno di quei palazzi è spesso importante e a volte decisivo: ma soltanto a volte, in brevi momenti di crisi. E ha effetti incontrollabili.”
“L’espandersi dell’irrazionalità nelle società contemporanee è in gran parte riconducibile a una mancata accettazione della insicurezza. L’insicurezza è una condizione normale, anche se spiacevole, dell’esistenza. Il rifiuto di questa realtà può spingere gli uomini a instaurare rapporti fideistici con i capi, con i partiti, con le ideologie, nella speranza di trovare punti fermi sopra i quali sorreggersi.”
“Nessuno fa la storia. La storia non si vede, come non si vede crescere l’erba. La guerra, la rivoluzione, i re, i Robespierre, sono i suoi stimoli organici, i suoi lieviti. Fanno le rivoluzioni uomini attivi, fanatici settari, genidell’autolimitazione. In poche ore o in pochi giorni essi capovolgono il vecchio ordinamento. I rivolgimenti durano settimane, o qualche anno; poi, per decenni, per secoli, gli uomini venerano come una religione lo spirito di limitazione che ha portato al rivolgimento.” (Saggio sui potenti, Piero Melograni, 1977)
Scriveva Melograni nell’introduzione alla prima edizione della sua traduzione in italiano di oggi de Il Principe di Machiavelli “… i realisti come Machiavelli tengono sempre presenti i limiti della condizione umana. Gli utopisti, al contrario, si abbandonano al sogno di una umanità rinnovata in cui tutti possano diventare buoni, altruisti e sostanzialmente privi di vizi. L’inclinazione alle utopie è ricorrente nella storia degli italiani”.
Melograni era pragmatico e nello stesso tempo romantico e appassionato, e conosceva come un sociologo (più che uno storico qual era), pregi e difetti dei nostri connazionali. La sua ‘assenza’, citando Attilio Bertolucci, è oggi ‘più acuta presenza’ e il suo lavoro rappresenta una fonte inesauribile di risposte agli interrogativi politici che stiamo vivendo.
Il prossimo 29 novembre, la Mostra “La Guerra di Piero”, che è stata allestita alla Camera dei deputati nel 2015 e al Salone del Libro nel maggio 2016, arriva a Parigi, all’Istituto Italiano di Cultura. La Mostra continuerà il suo viaggio per altre destinazioni e nella prossima primavera l’Archivio Storico Melograni sarà in Germania con alcuni lavori video dedicati ai totalitarismi del ‘900. Ma il lavoro dell’Archivio intitolato a questo magnifico italiano non si ferma: prosegue la catalogazione dei preziosi volumi, in gran parte sulle dittature del secolo scorso, che verranno presto organizzati per favorire una consultazione più agevole, non soltanto per gli studiosi, ma come era desiderio del protagonista, dei giovani e giovanissimi “storici per vocazione”.
(com.unica, 29 ottobre 2017)