Milano beffata, l’Agenzia del farmaco ad Amsterdam grazie al sorteggio
Colpi di scena a Bruxelles nel giorno in cui si sono decise le future sedi delle due agenzie Ue costrette a traslocare da Londra in seguito alla Brexit. La nuova sede dell’Agenzia europea del farmaco, l’Ema, sarà Amsterdam. La città olandese ha battuto Milano grazie a un sorteggio (Repubblica). Sempre in vantaggio durante tutte le votazioni, la città italiana aveva ottenuto in finale gli stessi voti di Amsterdam, 13. L’Italia perde così un indotto potenziale di oltre un miliardo e mezzo di euro nei prossimi anni. Decisivo il voltafaccia della Spagna (Corriere).
“Grazie a Milano e grazie a tutti coloro che si sono impegnati per Ema, nelle istituzioni e nel privato. Una candidatura solida sconfitta solo da un sorteggio. Che beffa!”. Così il premier Paolo Gentiloni commenta su twitter il sorteggio che ha premiato Amsterdam per l’Ema. “Veramente un po’ assurdo essere esclusi perché si pesca da un bussolotto. Tutto regolare ma non normale”: così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, sul sorteggio che ha assegnato Ema ad Amsterdam. “La monetina – ha aggiunto il governatore Roberto Maroni – è triste. È il paradigma di un’Europa che non sa decidere. Penso occorra assumere qualche iniziativa, vedremo”. “È possibile che alla fine ci sia stato anche qualche accordo politico”, ha detto Sala “La mia valutazione – ha precisato poi Sala rispondendo alle domande dei giornalisti – è che nelle prime due votazioni è stato fatto valere il valore dei dossier, mentre dalla seconda votazione in poi sono partite le telefonate tra governi”.
Anche per quanto riguarda l’aggiudicazione dell’Eba, l’Autorità bancaria europea, dopo la sorprendente eliminazione della favorita Francoforte si è dovuto ricorrere al sorteggio tra le due pretendenti, Parigi e Dublino. Alla fine a spuntarla è stata la capitale francese: ad annunciarlo ufficialmente è stata la presidenza estone dell’Ue. Imbarazzo per le modalità di assegnazione da parte delle istituzioni europee, scrive Il Sole 24 Ore. “Certo non è un metodo che aiuta la credibilità del sistema», è stato il commento raccolto da un alto funzionario. L’idea che la decisione sul futuro di centinaia di impiegati delle due agenzie e di tutto l’indotto che ruota intorno a loro sia stata affidata alla sorte, è il ragionamento che rimbalza da un palazzo Ue all’altro, non fa bene all’immagine dell’Europa. Tanto più in un momento in cui c’è una particolare attenzione a non utilizzare parole o compiere atti che possano alimentare il sentimento euroscettico.”
(com.unica, 21 novembre 2017)