Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha incontrato ieri a Roma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, e Papa Francesco, con il quale ha parlato a lungo di Gerusalemme. Attivisti curdi hanno protestato in piazza a Roma, Venezia e Napoli (Repubblica), non sono mancati gli scontri con la polizia (Il Foglio). Il sit in romano è stato promosso dalla rete Kurdistan Italia e vi hanno aderito, tra gli altri Articolo 21, Rete No Bavaglio, Fnsi, Reporter senza frontiere, e altre organizzazioni. Lo scopo delle proteste era quello soprattutto di attirare l’attenzione delle istituzioni italiane sulle continue violazioni della libertà d’espressione e dei diritti umani da parte di Erdogan a partire dal tentato colpo di stato del luglio del 2016. Al termine della manifestazione un gruppo di partecipanti, dietro allo striscione ‘Erdogan boia’, ha cercato di partire con un corteo non autorizzato verso San Pietro per protestare contro la visita al Papa. La polizia, in tenuta antisommossa, ha lanciato la carica: un manifestante è rimasto ferito mentre altri cinque sono stati arrestati. I partecipanti hanno continuato a intonare cori “vergogna, vergogna”.

L’incontro tra Papa Francesco ed Erdogan ha visto tra i temi lo status di Gerusalemme: si è parlato anche della “situazione in Medio Oriente, con particolare riferimento allo statuto di Gerusalemme, evidenziando la necessità di promuovere la pace e la stabilità nella Regione attraverso il dialogo e il negoziato, nel rispetto dei diritti umani e della legalità internazionale”. “Sono state evocate le relazioni bilaterali tra la Santa Sede e la Turchia e si è parlato della situazione del Paese, della condizione della Comunità cattolica, dell’impegno di accoglienza dei numerosi profughi e delle sfide ad esso collegate”. Lo riferisce la sala stampa vaticana.

(com.unica, 6 febbraio 2018)

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