Due italiani su tre sarebbero favorevoli all’istituzione di un Ministero per la gestione dei conflitti sociali, difesa civile e diritti umani: è quel che emerge da un sondaggio Demetra, realizzato per conto della comunità Papa Giovanni XXIII (fondata da don Oreste Benzi) in collaborazione con l’Università di Padova. Il progetto consiste nel promuovere, sviluppare e coordinare attività di prevenzione e mediazione nonviolenta dei conflitti. 

Secondo il campione di intervistati, se da un lato la sicurezza rimane un problema percepito come centrale (86%), dall’altro ritengono che sarebbe utile dotarsi di un corpo civile nonviolento e di un vero e proprio Dicastero che gestisca i numerosi compiti legati alla gestione dei conflitti sociali e armati. Quindi si tratta di proporre un Ministero per la Pace in grado di gestire i conflitti, promuovere politiche di disarmo, la difesa civile e i diritti umani, con un ruolo attivo e propositivo, sia a livello europeo che in ambito internazionale. Qualcosa di mai visto in Europa, ma da tempo oggetto di proposte, come Corby in Inghilterra, e che in Costa Rica e Nepal ha già preso corpo. L’ispirazione nasce dalle parole di don Oreste Benzi, fondatore della comunità: “l’uomo da quando esiste ha sempre organizzato la guerra, è arrivato il momento di organizzare la pace”. È stato lui il primo a proporre a vari presidenti del Consiglio l’istituzione di un ministero di questo tipo, senza alcun successo.

“Oggi gli scenari internazionali e quelli nazionali richiedono che questa scelta non debba più essere rimandata e abbiamo dunque lanciato la campagna: Ministero della Pace. Una scelta di Governo”, è quanto afferma Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, commentando il sondaggio. “La risposta che abbiamo ricevuto dalla società civile è stata sorprendente. – continua Ramonda – Si sono uniti in questa battaglia: Azione Cattolica, Focolari, Sermig, Focsiv, CescProject, Movimento Nonviolento, Centro per i Diritti umani dell’ateneo padovano, Gigi De Palo (Forum Associazioni Familiari) e Anna Maria Furlan (Cisl). Ed infine, come testimonial, l’attore Beppe Fiorello”.

L’81% degli intervistati ritiene che il nostro Paese si debba dotare di un Corpo Civile di Pace specializzato. Nella stessa direzione va interpretata la sostenuta adesione al potenziamento (48%) e al mantenimento (30%) dell’attuale esperienza svolta dai giovani italiani che nei contesti di conflitto mettono in atto, per conto dello Stato, attività nonviolente di promozione della pace e di tutela dei diritti umani. Così come va potenziata (70%) l’esperienza dei giovani in servizio civile nazionale, almeno tra quanti conoscono l’esistenza di questo servizio. Militari formati ai diritti umani e alla nonviolenza. Il 90% degli intervistati pensa che il metodo nonviolento e il paradigma dei diritti umani sia utile nelle attività formative delle forze di polizia e dei carabinieri; così come l’89% pensa che questa debba far parte della formazione di base dei militari e l’86% anche della formazione culturale degli amministratori pubblici locali, regionali e nazionali. E poi Educazione alla Pace nelle scuole. Non solo i militari ma anche gli studenti devono apprendere i paradigmi culturali della pace. Il 90% degli intervistati infatti si dichiara favorevole a inserire nei programmi scolastici dell’obbligo un insegnamento sull’educazione alla pace, ai diritti umani e alla nonviolenza.

Il sondaggio ha affrontato anche il tema della sicurezza nelle città. La presenza di militari in alcune aree metropolitane a rischio del Paese conferma un forte consenso: il 60% è favorevole ad un suo potenziamento, mentre il 26% e per mantenere la misura in corso senza rafforzarla. Dall’indagine emerge che l’adesione alla misura di contenimento militare prevista dai Governi nazionali va di pari passo con la messa in campo di interventi rivolti alla promozione del dialogo e alla composizione dei conflitti, in un modo rispettoso dei diritti umani. Pertanto, ben il 69% degli italiani sarebbe favorevole alla presenza, accanto ai militari, di civili specializzati in pratiche di mediazione e di accompagnamento sociale.

Tutte le informazioni e gli approfondimenti sul sito www.ministerodellapace.org

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