Al Festival di Berlino successo per “Figlia mia”, il film ambientato in Sardegna
Diretto da Laura Bispuri è l’unica opera italiana in lizza per l’Orso d’Oro. Il fascino dell’Isola affiora grazie alla forza dirompente delle immagini di Cabras, San Vero Milis, Riola Sardo e Oliena.
“Figlia mia”, l’opera cinematografica diretta da Laura Bispuri, ha ricevuto ieri una straordinaria accoglienza di critica e di pubblico in occasione della proiezione in anteprima mondiale al Berlinale 2018, il Festival Internazionale del Cinema che si svolge nella capitale tedesca dal 15 al 25 febbraio.
Il film, unico italiano in gara per la conquista dell’Orso d’Oro, è stato così sintetizzato dalla regista: “Racconto ancora una volta le femminilità imperfette, personaggi femminile forti, ma che non hanno paura della loro complessità”. Ambientato in gran parte nella Sardegna occidentale, vede protagoniste due donne madri di una stessa bambina. Da una parte c’è Tina (Valeria Golino), madre amorevole, ansiosa e affidabile che vive solo per la sua piccola Vittoria (Sara Casu) di dieci anni e, dall’altra, Angelica (Alba Rohrwacher), madre naturale, alcolizzata, fragile, in preda di se stessa e della sua vita scombinata. Venuto meno il patto che le lega sin dalla nascita di Vittoria, le due donne si troveranno a contendersi l’amore di questa bambina. Tina, sposata con il silenzioso Umberto (Michele Carboni), lo farà perché quella creatura la sente sua, il suo naturale prolungamento, l’essere che ha cresciuto; Angelica, invece, perché potrebbe essere il suo riscatto, la sua cura. La piccola Vittoria dovrà così combattere con le sue due anime: quella libera e adulta, ma senza rete che vuole segua Angelica nelle sue folli e pericolose escursioni nelle grotte, e quella rassicurante di Tina la sola capace di poterle far vivere la normalità.
“La Sardegna è stata una scelta istintiva, poi per due anni sono andata a cercare un equilibrio fra la pagina scritta e il posto, come avevo fatto con l’Albania per il film precedente” – ha detto Laura Bispuri nel corso della conferenza stampa di presentazione. “La forza prepotente e malinconica del paesaggio – ha aggiunto – ricordava i personaggi del film e l’identità fortissima dell’isola, non solo nell’entroterra. Il loro è un dibattito costante fra apertura all’esterno, al nuovo, e una linea di chiusura e tutela della propria identità, che alla fine si specchia nei tre personaggi femminili e nel loro percorso identitario”.
La Sardegna è stata promossa nel film non solo grazie alla forza dirompente delle immagini di Cabras, San Vero Milis, Riola Sardo e Oliena, ma anche attraverso l’autenticità e il talento della piccola Sara Casu, giovane promessa algherese, scoperta dalla regista dopo mesi di street casting in tutto il territorio isolano realizzati con il supporto della Fondazione Sardegna Film Commission della Regione Autonoma della Sardegna, scelta per la sua capacità di rappresentare un’immagine della Sardegna universale e fuori da ogni stereotipo. “Il triangolo teso tra la bambina e le sue due mamme si dispiega su uno scenario interessante: una Sardegna rurale dove alte scogliere e strade sterrate caratterizzano un paesaggio desertico e selvaggio» ha commentato Deborah Young su Hollywood Reporter”.
Plauso delle interpreti e della regista, in conferenza stampa, anche per l’ottimo lavoro svolto dall’attore Michele Carboni (nel film marito della Golino) e dall’attrice Maria Loi che ha supportato la Golino e la Rohrwacher nella ricerca dei suoni e delle inflessioni della lingua sarda.
“È un trionfo di tutti – ha dichiarato Nevina Satta, direttrice della Sardegna Film Commission – dei tanti professionisti coinvolti nell’opera della Bispuri, caratterizzata da numerose presenze femminili nei diversi dipartimenti e da una forte coscienza ambientale che si è tradotta nell’applicazione di criteri produttivi eco sostenibili e rispettosi dei territori e delle comunità. In queste ore si parla della Sardegna come quarta protagonista del film: l’isola ha dimostrato ancora una volta una grande capacità di accoglienza “visionaria” nei confronti chi vuole raccontare storie fuori dal comune, ed motivo di grande orgoglio vedere quanto interesse e curiosità stia generando tra il pubblico. Ora ci auguriamo che il successo e la visibilità conquistati da “Figlia mia” portino sempre più lavoro sul territorio per la nostra filiera audiovisiva”.
Successo per l’isola non soltanto sullo schermo ma anche al galà post proiezione: dai meravigliosi abiti di Antonio Marras – indossati dalla regista Laura Bispuri, dalla produttrice Marta Donzelli e dalla giovane attrice Sara Casu – alla cena interamente ispirata ai profumi e ai sapori della Sardegna realizzata in collaborazione con l’Accademia Casa Puddu, scuola di formazione dell’alta Cucina. I due giovani chef emergenti Salvatore Camedda e Francesco Vitale, hanno valorizzato con talento e creatività alcune eccellenze isolane (i vini della cantina Su’entu, i prodotti Nieddittas della CPA Società Cooperativa, il pastificio Cellino, i distillati Pure Sardinia, i prodotti di L’orto di Eleonora e i Formaggi Argiolas) per gli ospiti internazionali presenti.
L’evento è stato organizzato in collaborazione con Istituto Luce Cinecittà, Fondazione Sardegna Film Commission, Film und Medienstiftung NRW & The Match Factory, Vivo film, Colorado Film with Rai Cinema, Match Factory Productions, Bord Cadre films.
Il film uscirà nelle sale cinematografiche italiane il 22 febbraio.
(com.unica, 20 febbraio 2018)