Trump ha firmato ieri il decreto che impone dazi doganali del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio importati dall’estero. La misura, presentata come “necessaria per la sicurezza Usa”, entrerà in vigore tra 15 giorni (Bbc). La Casa Bianca ha confermato che saranno per il momento esentati dalle tariffe Messico e Canada. Possibili altre esenzioni per i “Paesi amici”. Nessuno sconto invece per gli altri partner, compresi i Paesi Ue (Nyt). Trump ha puntato il dito contro la Germania: “Si sono approfittati di noi su commercio e difesa”, ha detto, criticando il contributo tedesco dell’1% al bilancio Nato.

Il presidente del gruppo Ppe all’Europarlamento Manfred Weber ha criticato la decisione di Trump. E negli Usa anche lo speaker della Camera Paul Ryan si è detto contrario (Cnbc). Undici nazioni della regione Asia-Pacifico, tra cui Canada e Giappone, hanno firmato un nuovo accordo di libero scambio che prevede la riduzione delle tariffe doganali all’interno di un mercato da circa 500 milioni di persone (Reuters).

Anche il governatore della Bce Mario Draghi ha bollato come “pericolose” le decisioni di Trump (Repubblica). Nella riunione del consiglio direttivo, l’Eurotower ha lasciato invariati i tassi d’interesse, ma ha escluso per la prima volta dal 2016 di estendere il Qe “in termini di entità e/o durata” (Ansa). Alludendo all’esito del voto italiano, Draghi ha detto che il rischio dell’instabilità è in grado di minare la fiducia dei mercati. Ma, ha garantito il governatore, l’euro è “irreversibile” (La Stampa).

(com.unica, 9 marzo 2018)

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